Cooperazione sì, mobilità no: il paradosso Europa-Africa - Nigrizia
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Nel 2024 i tassi di rifiuto dei visti di ingresso per gli africani nell'area Schengen hanno toccato il 63%, i più alti al mondo
Cooperazione sì, mobilità no: il paradosso Europa-Africa
27 Maggio 2025
Articolo di Redazione
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Anche nel 2024, l’Africa si conferma come il continente con il più alto tasso di rifiuti di concessione di visti d’ingresso in Europa. Nonostante l’Unione Europea e i suoi stati membri moltiplichino gli accordi di cooperazione in svariati settori con i paesi africani, e ai cittadini europei sia concesso di viaggiare quasi senza restrizioni nel continente, gli africani si vedono invece sempre più spesso respinti quando chiedono di poter entrare in Europa.

A evidenziare questo trend discriminatorio – già denunciato in passato anche da Nigrizia – che penalizza gli africani in cerca d’ingresso per motivi turistici, di lavoro o di studio, sono i nuovi dati della Commissione Europea. Questi dati confermano come i richiedenti provenienti da paesi africani registrino i più alti tassi al mondo di rifiuto di visti nei 29 paesi dell’area Schengen.

A fronte di un tasso medio globale di rifiuto che si aggira intorno al 18%, infatti, i numeri africani appaiono enormemente elevati. I più colpiti al mondo sono paesi come Comore, Guinea-Bissau, Senegal, Nigeria e Ghana, che nel 2024 hanno registrato tassi di rifiuto tra il 45% e il 63%.

Nel dettaglio, la mancata concessione del visto ha riguardato il 62,8% delle richieste per le Comore, il 47% per la Guinea-Bissau, il 46,8% per il Senegal, il 45,9% per la Nigeria, seguita a poca distanza da Ghana (45,5%), Congo-Brazzaville (43%), Mali (circa 43%) e Guinea (41,1%). Tra i primi 10 paesi al mondo per tasso di respingimenti figurano anche il Burundi (40%) e l’Etiopia (36,1%).

È importante ricordare, inoltre, che a differenza di quanto richiesto a un cittadino europeo per l’ingresso in un paese del continente, un africano è tenuto a presentare una serie di documenti stringenti, come lettere di assunzione, estratti conto bancari, assicurazione di viaggio o fideiussione di chi dichiara di ospitarlo nel paese di destinazione. A fronte di ciò, le domande vengono nella maggior parte dei casi respinte senza fornire spiegazioni in merito alle cause del rigetto.

Per l’Europa un business da 60 milioni di euro

Non secondario è poi l’aspetto economico. Ogni domanda di visto Schengen costa 90 euro, denaro che non viene restituito in caso di rigetto della richiesta. Secondo una stima del collettivo di ricerca su migrazioni e cultura LAGO, gli africani hanno perso quasi 60 milioni di euro nel 2024 (56,3 milioni l’anno precedente) a causa del rifiuto delle loro domande.

Questo blocco, ricorda il collettivo, in un mondo globalizzato in cui la mobilità equivale spesso a opportunità di crescita e sviluppo, esclude proprio molti di coloro che più guardano all’Europa come destinazione per incrementare e mettere a frutto le loro capacità e conoscenze.

“Come nel 2023, più povero è il paese di richiesta, maggiori sono i tassi di rifiuto”, ha dichiarato alla CNN la fondatrice di LAGO Marta Foresti, il che dimostra “discriminazioni e pregiudizi intrinseci” nel processo.

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