
Victoire Ingabire è indagata per aver avuto un ruolo “nella costituzione di un’organizzazione criminale e nella pianificazione di attività volte a incitare al disordine pubblico”, si legge nella dichiarazione con cui l’Ufficio Investigativo rwandese (Rwanda Investigation Bureau – RIB) ieri ha giustificato l’arresto dell’oppositrice rwandese.
RIB ibisabwe n’Ubushinjacyaha, tariki ya 19 Kamena 2025, yatangije iperereza kuri INGABIRE UMUHOZA Victoire mu rwego rwo gushyira mu bikorwa icyemezo cy’Urukiko Rukuru mu rubanza ruregwamo Sibomana Sylvain na bagenzi be, kugira ngo ashyikirizwe Urukiko.
INGABIRE UMUHOZA Victoire…
— Rwanda Investigation Bureau (@RIB_Rw) June 19, 2025
La fondatrice del partito d’opposizione Development and Liberty for All (DALFA-Umurinzi) è stata arrestata in base a un’ordinanza dell’Alta Corte con l’accusa, per l’appunto, di aver collaborato con un gruppo, di cui fa parte anche Sibomana Sylvain, segretario generale del partito Forze democratiche unite (FDU-Inkingi) ritenuto tra i cospiratori, nel 2021, di un piano per rovesciare il governo.
Sibomana era stato accusato lo scorso febbraio di cospirazione per provocare disordini e turbamento dell’ordine pubblico, nonché, per l’appunto, di pianificare il rovesciamento del governo, accusa da lui sempre negata.
Ingabire è tutt’ora trattenuta presso la stazione RIB di Remera, a Kigali, in attesa che il suo dossier venga trasferito al corpo investigativo dell’Autorità nazionale per i procedimenti giudiziari.
Il procedimento penale, peraltro, vede coinvolti in tutto nove individui, tra cui anche lo youtuber Theoneste Nsengimana. Nello specifico, le persone sono state messe sotto indagine e arrestate per aver preso parte a un seminario online incentrato sul libro Blueprint for Revolution dell’attivista serbo Srđa Popović. Il testo è una sorta di prontuario di attivismo nonviolento.
Come ricordano i legali di Ingabire, anche il Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria dell’Onu aveva condannato gli arresti, ritenendoli una violazione del diritto di libera espressione, assemblea e partecipazione nelle questioni pubbliche.
«Questo nuovo arresto è solo l’ultimo passo di una campagna continua di molestie e intimidazioni che il governo ruandese sta portando avanti contro Victoire Ingabire con una varietà di mezzi, tra cui il ricorso alla magistratura, dal suo ritorno in Ruanda nel gennaio 2010», ha commentato l’avvocato londinese Ian Edwards, esponente del team di legali della politica rwandese. Da sempre nelle file dell’opposizione, Ingabire è tornata nel suo paese natale nel 2010 dopo aver trascorso 16 anni di esilio nei Paesi Bassi.
Ingabire è stata poi arrestata nel 2010 al suo ritorno in Rwanda. Il presidente Paul Kagama l’ha liberata solo nel settembre 2018 con altri 2.140 detenuti, dopo che Ingabire aveva già scontato otto anni di carcere dei 15 a cui era stata condannata nel 2012, con l’accusa di aver cospirato per la formazione di un gruppo armato e per aver tentato di minimizzare il genocidio del 1994.
«Siamo profondamente preoccupati per questo nuovo arresto illegale e arbitrario e per la strategia di intimidazione politica utilizzata contro la nostra cliente», ha denunciato Emily Osiemo, altra legale di Ingabire, di base in Kenya. «Ancora una volta – ha aggiunto -, non vi è alcuna base legale per il suo arresto e la sua detenzione e ne chiediamo l’immediato rilascio».
Come noto, lo scorso anno Paul Kagame, al potere da 25 anni, aveva vinto nuovamente le elezioni con un impressionate (e molto poco credibile…) 99.18 % di preferenze. Elezioni da cui Ingabire era stata preventivamente esclusa.