Mentre per otto suoi compagni di partito si è aperto il processo a Kigali per cospirazione contro il governo, l’attivista Victoire Ingabire è stata premiata con il Liberal International Freedom Prize 2024. Un premio assegnato ogni anno a Santiago del Cile per onorare una persona che si è distinta per il suo contributo eccezionale alla promozione dei diritti umani e delle libertà politiche.
Per la felicità del despota Paul Kagame.
Il processo
Dopo tre anni di custodia cautelare, giovedì 5 dicembre si è aperto davanti all’Alta Corte di Kigali il processo contro nove imputati. Otto di loro sono oppositori del regime rwandese di Kagame e membri del partito non autorizzato dell’avversaria storica di Kagame, Ingabire.
Il nono arrestato è un youtuber, Théoneste Nsengimana, unico giornalista del gruppo. Tutti e nove sono stati arrestati nel 2021. I titoli dei capi di imputazione appaiono altisonanti. Sono accusati, infatti, di «partecipazione a un’organizzazione criminale, pubblicazione di informazioni false con l’intento di provocare opinioni ostili contro il governo», o addirittura di «cospirazione per commettere un reato contro il potere in carica o contro il presidente».
Arrestati per un corso di formazione online
Ma concretamente quali azioni criminali avrebbero messo in atto? Secondo RFI la maggioranza degli otto avrebbe partecipato a un corso di formazione online che descriveva dettagliatamente le tecniche di mobilitazione non violenta attorno al libro dell’attivista serba Srđa Popović intitolato Come abbattere un dittatore quando sei solo, molto piccolo e senza un’arma.
Ma tra le azioni incriminate ci sono anche la distribuzione di volantini, manifestazioni, boicottaggi e perfino il mancato pagamento delle tasse… Strategie, secondo i magistrati rwandesi, che riflettono la volontà degli imputati di incitare la popolazione contro il governo.
La vera ragione dell’arresto
La vera ragione è che tutti gli 8 sono militanti del partito di Ingabire, Dalfa-Umurinzi. Il giornalista è invece accusato di aver coperto gli eventi organizzati dal partito.
La repressione del regime nei confronti della storica avversaria di Kagame è iniziato nell’aprile 2010 quando venne arrestata per la prima volta, quattro mesi dopo il suo rientro in Rwanda. Se n’era andata nel 1993. Quale la responsabilità di Ingabire? Terrorismo, aver cospirato contro le autorità, e di negazione del genocidio del 1994.
Aveva tentato, invano, di candidarsi alle elezioni presidenziali del 9 agosto 2010. Poi ottenne gli arresti domiciliari e rilasciata su cauzione. Il carcere per lei si è aperto nuovamente il 14 ottobre 2010.
Privazione dei diritti civili
Nel 2013 era stata condannata a 15 anni di carcere. Condanna che l’ha privata dei diritti civili. Ingabire ha fatto ricorso anche quest’anno per poter partecipare alle elezioni dello scorso luglio. Ma l’Alta Corte di Nyamirambo ha respinto la sua richiesta. Per cui le è stato proibito di partecipare.
Il premio
Ma le sue lotte, se sono sedate in patria, sono riconosciute e apprezzate all’estero. L’attivista hutu, infatti, ha vinto il Liberal International Freedom Prize 2024 .Un premio assegnato a chi è distinto nella promozione dei diritti umani e delle libertà politiche. Quello assegnato quest’anno è il 64° premio. I vincitori provengono da tutto il mondo e si sono battuti su questioni che vanno dall’emancipazione delle donne all’instaurazione della democrazia.
Continue minacce
Un riconoscimento che arriva in un momento, l’ennesimo, dove Ingabire sta subendo persistenti minacce. Lo scopo è sempre lo stesso: indebolirla. Spingerla a crollare psicologicamente.
Le parole del presidente ruandese, pronunciate nel suo discorso del 16 novembre al 17° forum dell’Unity Club, rappresentano un duro attacco alle persone che hanno ottenuto la grazia ma che continuano la loro attività socio-politica, non in linea con il governo. È arrivato pure a minacciare: «È giunto il momento, nei confronti di queste persone, di riportare l’orologio indietro nel tempo».
L’identikit perfetto di Ingabire.