Sahara Occidentale. Per l'ONU la situazione è "insostenibile”
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Rapporto delle Nazioni Unite
Sahara Occidentale. Guterres lancia l’allarme: “Situazione sempre più insostenibile”
Il Segretario generale dell’ONU evidenzia le crescenti difficoltà umanitarie nei campi profughi, gli scontri militari continuati dopo la fine del cessate il fuoco del 2020 e le gravi limitazioni all'accesso per osservatori internazionali nei territori controllati dal Regno. A fine ottobre la decisione se smantellare la missione MINURSO
26 Agosto 2025
Articolo di Luciano Ardesi
Tempo di lettura 4 minuti
Credito: Arab news

L’ultimo rapporto all’Assemblea generale dell’ONU sulla questione del Sahara Occidentale da parte del Segretario generale António Guterres, datato fine luglio, è stato diffuso in questi giorni. A cinquant’anni dall’occupazione parziale del territorio da parte del Marocco, pur riconoscendo che esso non è accettato dal Fronte Polisario, che continua a chiedere un referendum per l’autodeterminazione.

Evidenziano poi, da una parte la presa di posizione di alcuni governi a favore del piano di autonomia elaborato dal Marocco – a cominciare dal presidente francese Macron nel luglio dello scorso anno, poi del governo inglese nel giugno di quest’anno –; dall’altra la sentenza della Corte di giustizia dell’UE che ha confermato, lo scorso ottobre, che gli accordi di pesca e agricoli tra UE e Marocco non si applicano ai prodotti del Sahara Occidentale.

Quale soluzione politica?

Il Segretario generale ha poi illustrato le consultazioni del suo inviato speciale, il diplomatico italo-svedese Staffan De Mistura, non solo con le parti in conflitto, ma anche che con gli attori maggiori nel contesto politico-regionale, ottenendo da quest’ultimi l’appoggio all’azione svolta dall’ONU per facilitare una soluzione politica alla questione.

Gli attacchi del Polisario e del Marocco

Quanto alla situazione militare sul terreno, il rapporto elenca gli attacchi che il Polisario ha continuato anche nell’ultimo anno, dopo la fine del cessate il fuoco provocata dal Marocco nel novembre 2020, e quelli del Marocco verso i territori liberati, con alcune vittime civili.

Guterres osserva che l’aiuto alimentare e umanitario ai rifugiati sahrawi è diminuito nel corso dell’anno a causa del nuovo contesto finanziario e delle difficoltà di bilancio dei donatori. Il 13% della popolazione si trova così in uno stato di malnutrizione acuta e il 30% soffre di un ritardo nella crescita. Anche l’educazione di base, fondamentale per le nuove generazioni, si trova particolarmente in difficoltà.

Divieto di accesso ai territori occupati

Sul piano dei diritti umani ha deplorato l’impossibilità di accedere ai territori occupati da parte di osservatori, parlamentari, giornalisti, avvocati. Dal 2015, l’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani non ha più accesso ai territori occupati, mentre lo spazio civico si riduce sempre di più.

Le libertà compromesse

Le libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica sono fortemente compromesse. Le autorità marocchine reprimono sistematicamente qualunque manifestazione a favore dell’autodeterminazione, con gravi ripercussioni soprattutto sui dirigenti delle associazioni che difendono i diritti umani.

Una preoccupazione particolare viene dai progetti che riguardano il litorale della costa atlantica con l’acquisizione di ampie superfici di terreni che implicano lo spostamento forzato della popolazione.

Quale la sorte dei prigionieri Gdeim Izik

Infine rimane sempre critica la sorte dei prigionieri di Gdeim Izik, condannati a con accuse pretestuose a seguito della rivolta popolare nonviolenta nell’ottobre – novembre 2010, la prima della cosiddetta “primavera araba”. Le loro condizioni di detenzione, in isolamento senza possibilità di visite famigliari, si sono ulteriormente aggravate.

Guterres: situazione insostenibile

Nelle sue osservazioni e raccomandazioni finali, Guterres si dice allarmato per una situazione che diventa sempre più insostenibile. Chiede alle parti di cambiare rotta e rinnova loro l’appello per trovare una soluzione politica per la quale si dice comunque ottimista, senza tuttavia indicare strade precise.

Le diverse posizioni

Il rapporto ha suscitato diverse interpretazioni, del resto la questione suscita in seno all’ONU stessa un vivace dibattito. Su sponde opposte il Marocco, che occupa due terzi del territorio, e il Fronte Polisario, il movimento di liberazione che si batte per l’autodeterminazione e l’indipendenza del Sahara Occidentale, che comunque è uno stato membro e fondatore dell’Unione Africana.

La stampa marocchina commenta favorevolmente il rapporto dando evidenza ai nuovi riconoscimenti del piano di autonomia, alle difficoltà che incontra la popolazione rifugiata e al perdurare degli attacchi del Polisario.

Da parte sua il Polisario evidenzia la riaffermazione dello status di territorio non autonomo e della legalità del principio dell’autodeterminazione, e della lotta condotta dal popolo sahrawi.

Quale la sorte della MINURSO

Il segretario generale dovrà ora presentare un rapporto più dettagliato al Consiglio di sicurezza che entro la fine di ottobre sarà chiamato a rinnovare o meno la missione dei caschi blu (MINURSO) nel Sahara Occidentale.

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