
Sradicare la povertà energetica dal continente entro i prossimi cinque anni. È l’ambizioso obiettivo dell’Africa Energy Summit, un vertice di due giorni sostenuto da Banca Mondiale e Banca africana di sviluppo (AfDB), che si è aperto ieri a Dar es Salaam, in Tanzania.
L’iniziativa, che mette insieme per la prima volta BM, AfDB, Rockefeller Foundation, stakeholder del settore privato e leader politici africani, punta a realizzare la “Mission 300”, progetto lanciato nell’aprile 2024 per reperire tecnologie e finanziamenti che permettano di portare energia elettrica a 300 milioni di africani entro il 2030.
Il primo obiettivo, lo sblocco di almeno 90 miliardi di dollari di capitale, sembra a portata di mano. La BM prevede infatti di contribuire con 30-40 miliardi di dollari e la Banca africana di sviluppo con altri 10-15 miliardi. Nuovi impegni per un valore di oltre 8 miliardi di dollari sono arrivati da vari istituti di credito tra cui la Banca islamica per lo sviluppo e l’Asia Infrastructure Investment Bank. Il resto dovrebbe arrivare da investitori privati e da altri partner.
Si prevede inoltre che istituzioni finanziarie come l’International Finance Corporation (IFC) annuncino nuovi meccanismi di finanziamento a sostegno del settore privato per la promozione di progetti di energia rinnovabile distribuita.
Il piano “Mission 300” si basa su un duplice approccio, che combina l’espansione della rete energetica tradizionale con soluzioni innovative fuori rete per raggiungere le comunità remote, dando priorità a modelli di finanziamento e sviluppo sostenibili.
Sul piano politico il progetto ha già l’adesione di 12 paesi – Nigeria, Senegal, Ciad, Liberia, Madagascar, Malawi, Mauritania, Niger, Zambia, Rd Congo, Costa d’Avorio e Tanzania – che si sono impegnati ad attuare riforme in cinque aree critiche: produzione di energia a basso costo, integrazione energetica regionale (transfrontaliera), adozione di energia rinnovabile distribuita, apertura agli investimenti del settore privato e rafforzamento dei servizi di pubblica utilità.
In Africa circa 600 milioni di persone (l’83% della popolazione mondiale) sono senza elettricità. Di queste, 365 milioni vivono nell’Africa subsahariana.
Una povertà energetica che non solo crea barriere allo sviluppo economico, soffocando la crescita industriale e limitando la produttività delle piccole e medie imprese, ma che rappresenta anche un freno per lo sviluppo umano e sociale, impedendo o rendendo difficoltoso l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e a tecnologie di cottura pulite.
La sfida sarà però anche quella della reale sostenibilità, ambientale e umana, dei progetti energetici che saranno messi in campo.