Snodi podcast / Cosa resta della cooperazione internazionale? - Nigrizia
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Lo smantellamento di USAID ha innescato un nuovo fiorire di diagnosi sul mondo degli aiuti allo sviluppo, sempre più in crisi economica e identitaria
Snodi podcast / Cosa resta della cooperazione internazionale?
Intervista a Giulio Marcon, portavoce della campagna 'Sbilanciamoci' e autore del libro ''Le ambiguità degli aiuti umanitari''
26 Marzo 2025
Articolo di Roberto Valussi
Tempo di lettura 1 minuti

 

I recenti e drastici tagli di Donald Trump a USAID, hanno il sapore di un’esecuzione non solo dell’agenzia di cooperazione americana, ma di tutto il mondo degli aiuti allo sviluppo.

Al di là delle motivazioni specifiche dietro la scelta del presidente statunitense, in queste settimane si è tornati a parlare dei pregi e difetti dell’intero settore della cooperazione internazionale.

Tra i suoi problemi principali, ce n’è uno legato alla sua stessa genesi. Il peccato originale della cooperazione è l’essere nata come appendice della politica estera degli stati. Questo vale per USAID come per la maggior parte, se non tutte, le altre agenzie di cooperazione statale. Il settore dell’umanitario, che di per sé dovrebbe essere ‘apolitico’, è subordinato alla realpolitik del paese committente.

Un secondo problema è legato all’efficacia della cooperazione internazionale: che risultati ha apportato nei paesi che hanno ricevuto gli aiuti? Si è rivelata utile o addirittura controproducente?

Ne parliamo con Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci e autore del libro ”Le ambiguità degli aiuti umanitari” (Feltrinelli, 2002).

Puntata a cura di Roberto Valussi.

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