Snodi podcast / La Turchia in Africa - Nigrizia
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Intervista a Giuseppe Di Donna, corrispondente dell'agenzia giornalistica AGI da Istanbul
Snodi podcast / La Turchia in Africa
Droni, soap opera, moschee, ospedali. La diplomazia turca non ha tralasciato nessun settore nella sua strategia di penetrazione in Africa. Con risultati sorprendenti. La politica estera del presidente turco Erdogan ha impiantato radici nel continente africano
14 Marzo 2025
Articolo di Roberto Valussi
Tempo di lettura 1 minuti

Tra le potenze straniere più influenti in Africa si citano sempre Francia, Stati Uniti, Cina e Russia, ma c’è un altro paese che andrebbe aggiunto a questa lista: la Turchia.

Da più di 15 anni il suo presidente Recep Tayyip Erdogan è riuscito a mettere radici in molti stati africani, al punto da diventare un attore inaggirabile in paesi chiave come la Libia e la Somalia.

Un risultato sorprendente soprattutto se si considera che la Turchia non dispone dei legami coloniali della Francia, della supremazia globale degli Stati Uniti, del portafoglio della Cina o della spregiudicatezza in formato Wagner, della Russia.

E allora come ha fatto Erdogan a costruire tutto questo? E cosa ne resterà quando non sarà più lui il presidente della Turchia?

Parliamo di tutto questo nel nuovo episodio del nostro podcast Snodi.

L’ospite della nuova puntata è Giuseppe Di Donna, tra i maggiori esperti italiani di Turchia, corrispondente da Istanbul per l’agenzia giornalistica AGI e curatore nel numero di Nigrizia di marzo della ‘Bussola’, la nostra sezione di approfondimento monografico, proprio sulla Turchia in Africa.

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