
Il 22 dicembre le forze di sicurezza hanno compiuto un bliz nella sede della radio locale indipendente Hiiraanweyn a Beledweyne, nella regione di Hiiraan, arrestando quattro giornalisti e imponendo la chiusura immediata dell’emittente.
Un raid condannato dal Sindacato dei giornalisti somali (Somali Journalists Syndicate – Sjs), dall’Associazione somala dei media (Somali Media Association – Soma) e dal Meccanismo per la salvaguardia dei giornalisti (Somalia Mechanism for Safety of the Journalists – Smsj) che tornano a denunciare la stretta delle autorità sulla libertà di stampa.
Mustaf Ali Adow (caporedattore della radio), Abdirahman Moalim Muse e Abdimajid Abdirahman Adan (giornalisti) e il tecnico Abdullahi Osman Idow avevano diffuso notizie su un attacco di al-Shabaab nella regione centrale di Hirshabele, dove da mesi è in corso un’offensiva militare contro i terroristi. Attacco avvenuto in seguito al ritiro delle milizie claniche Ma’awisley, alleate dell’esercito, che lamentavano la mancanza di salari.
I quattro sono le ultime vittime di un decreto del ministero dell’informazione che vieta agli organi di stampa di diffondere notizie su al-Shabaab.
Ma le organizzazioni somale per la difesa dei giornalisti sono anche preoccupate per la nuova direttiva dell’ufficio del presidente che ordina ai media di sottoporre i loro contenuti di notizie per l’approvazione prima che vengano trasmessi.
«Condanniamo fermamente l’attacco a Radio Hiiraanweyn mentre chiediamo alle autorità di liberare i quattro giornalisti detenuti senza condizioni. Il giornalismo non è un crimine. Le operazioni di sicurezza in corso non dovrebbero essere usate come scusa dalle forze di sicurezza dello stato per limitare la libertà di stampa», ha dichiarato il presidente di Sjs, Mohamed Ibrahim.
«L’attacco di oggi fa parte di una serie di misure violente e restrizioni contro i giornalisti e la libertà dei media», denuncia il segretario generale della Soma, Mohamed Osman Makaran.
Le tre organizzazioni condannano anche le continue minacce e persecuzioni contro il segretario generale del Sjs, Abdalle Ahmed Mumin, comprese le restrizioni contro il suo diritto alla circolazione e il diritto alla libertà di espressione, come un altro esempio delle palesi violazioni che le autorità stanno commettendo nella totale impunità.
Mumin è stato arrestato l’11 ottobre e in seguito rilasciato sotto sorveglianza. Ѐ accusato di oltraggio alla nazione, istigazione a disobbedire alle leggi e inosservanza degli ordini delle autorità. La sua prima udienza in tribunale è il 4 gennaio. Nel frattempo sette organizzazioni internazionali per i diritti si sono mobilitate chiedendo il ritiro delle accuse nei suoi confronti.