
Con un ritardo di quasi due mesi dovuto alle tensioni diplomatiche tra Mogadiscio e Addis Abeba, si è infine completata la composizione della nuova Missione di supporto e stabilizzazione dell’Unione Africana in Somalia (AUSSOM), che avrebbe dovuto essere operativa a partire dal 1° gennaio.
La missione sarà composta da 11.900 persone, tra cui soldati, polizia e personale civile.
Il paese che fornirà il contributo maggiore è l’Uganda, con 4.500 soldati, seguito dall’Etiopia con 2.500, Gibuti (1.520), Kenya (1.410) ed Egitto (1.091), presente per la prima volta in Somalia grazie ad accordi di cooperazione militare firmati lo scorso agosto con Mogadiscio, al culmine delle tensioni tra Somalia ed Etiopia, rientrate a dicembre grazie alla mediazione della Turchia.
Schierati anche diverse centinaia di poliziotti provenienti da Nigeria, Sierra Leone ed Egitto, che saranno di stanza a Mogadiscio, Jowhar e Baidoa.
I negoziati sulla presenza di soldati burundesi sarebbero invece ancora in corso. Ma secondo il quotidiano somalo Garowe Online il ritiro del Burundi – che contesta a Mogadiscio la drastica riduzione delle sue truppe – sarebbe quasi certo, sostituito, appunto, dall’ingresso dell’Egitto.
Le truppe etiopi saranno di stanza nelle stesse zone già occupate nelle precedenti missioni dell’UA (AMISOM e ATMIS), ovvero le regioni di Gedo, Bay, Bakool e Hiran.
La tensione tra Etiopia e Somalia era montata nel corso del 2024 a causa di un accordo per la concessione di un porto siglato da Addis Abeba con lo Stato del Somaliland, formalmente indipendente dal 1991 ma che Mogadiscio considera ancora parte della federazione somala. Un’intesa che la Somalia ha interpretato come una violazione della sua sovranità territoriale.
Stemperate le tensioni, funzionari etiopi e somali hanno raggiunto questa settimana un accordo bilaterale che permetterà ad Addis Abeba di mantenere anche una presenza militare in Somalia al di fuori della missione AUSSOM.
Il raggiungimento in tempi rapidi della piena operatività della missione è fondamentale per il sostegno alla lotta al terrorismo, entrata in questi primi mesi dell’anno in una fase particolarmente delicata, caratterizzata dal rafforzamento della campagna militare contro al-Shabaab nelle regioni centro-meridionali e dal lancio di un’offensiva contro le basi dello Stato islamico nello Stato settentrionale del Puntland.