
All’inizio di maggio in Somalia il presidente Hassan Mohamud avrebbe avviato negoziati segreti con alti esponenti di al-Shabaab appartenenti al clan Hawiye, grazie alla mediazione di influenti uomini d’affari dello stesso clan vicini sia al governo che al movimento qaedista.
A riferirlo è il portale di informazione indipendente Horn Observer, con base a Mogadiscio, che cita fonti anonime a conoscenza della vicenda: due uomini d’affari della capitale e un funzionario del governo federale.
L’obiettivo per il presidente somalo sarebbe duplice: fermare l’avanzata di al-Shabaab verso Mogadiscio e garantirsi la neutralità del gruppo terrorista nel caso di un attacco dell’esercito federale nel Jubaland, stato federale particolarmente ostile al governo centrale.
Di contro, al-Shabaab avrebbe chiesto al governo di restituire al suo controllo le due città di Harardhere e El Dhere (Ceeldheere in somalo), nello stato centro-settentrionale di Galmudug, centri nevralgici per la gestione delle estorsioni, ma anche per l’importazione di armi, per l’accoglienza e l’addestramento di militanti stranieri e per il coordinamento di partnership con i gruppi affiliati.
Inoltre, se il presidente riuscisse nell’intento di rovesciare il governatore del Jubaland Ahmed Madobe e di sostituirlo con un leader filo-governativo, verrebbe garantita ad al-Shabaab una quota delle entrate derivanti dalle attività del porto e dell’aeroporto di Kisimayo.
Dopo aver subito pesanti sconfitte a causa della campagna militare lanciata da Mohamud all’indomani della sua elezione nel maggio 2022, il movimento legato ad al-Qaida negli ultimi mesi è stato protagonista di un’offensiva che lo ha portato a riguadagnare parte dei territori persi, arrivando fino alla periferia di Mogadiscio, da cui era stato cacciato nel 2011.
Attualmente al-Shabaab controlla vaste aree nelle regioni dell’Hiiraan, del Middle Shabelle e del Lower Shabelle, nella Somalia centro-meridionale. Sotto il suo controllo sono anche ampie zone strategiche dello stato federale di Jubbaland, più a sud.
Secondo quanto riporta Horn Observer, il presidente somalo avrebbe chiesto ad al-Shabaab di garantire un passaggio sicuro per l’esercito che sta schierando truppe a Bardhere, città circondata da zone controllate dai terroristi, preparandosi a un assalto terrestre a Kisimayo.
Le trattative, riferisce ancora il portale d’informazione, sarebbero però attualmente in stallo.
Ma non è la prima volta che il presidente Mohamud intavola negoziati con al-Shabaab. La prima volta fu subito dopo il suo ritorno alla presidenza, tre anni fa. A ricordarlo, scrive Horn Observer, è un uomo d’affari che sostiene d’aver mediato i colloqui per conto di ricchi imprenditori Hawiye del sottoclan Hiraab.
“All’inizio del 2023, un comitato formato da questi uomini d’affari ha incontrato i leader di spicco di al-Shabaab, Mahad Karate e Yusuf Kaba-kutukade”, si legge. “Durante l’incontro, i businessmen hanno espresso preoccupazione per il fatto che gli attacchi di al-Shabaab stessero colpendo in modo sproporzionato le aziende di proprietà degli Hawiye, mentre quelle degli altri clan venivano in gran parte risparmiate”.
In quell’occasione le trattative si conclusero con un accordo in base al quale al-Shabaab si impegnava a non attaccare in modo diretto le attività commerciali e le imprese interessate a Mogadiscio e dintorni. Garantendo inoltre ad alcune importanti istituzioni, l’utilizzo in sicurezza di percorsi specifici in entrata e in uscita dalla città.
In cambio, il gruppo terrorista avrebbe chiesto agli imprenditori sostegno finanziario, pretendendo dal governo la riapertura di circa 250 conti bancari e 70 piattaforme di money transfer collegate al gruppo, congelati nel gennaio 2023 dal primo ministro Hamza Abdi Barre. (MT)