Sud Sudan: truppe ugandesi a Juba a sostegno di Salva Kiir
Politica e Società Sud Sudan Uganda
L’annuncio del numero uno dell’esercito confermato dal portavoce delle forze armate a Kampala, ma smentito dal governo sudsudanese
Sud Sudan: truppe ugandesi a Juba a sostegno di Salva Kiir
Nella capitale arrestato il rappresentante della contea di Nasir in parlamento, figura chiave dell'opposizione  
12 Marzo 2025
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 4 minuti
Il presidente sudsudanese Salva Kiir (a sinistra) con il suo omologo ugandese Yoweri Museveni

Conferme e smentite si susseguono nelle ultime ore riguardo alla presenza di un contingente delle forze speciali ugandesi nella capitale del Sud Sudan, Juba, a sostegno dell’esercito sudsudanese e del presidente Salva Kiir.

La conferma arriva dal portavoce dell’esercito ugandese (UPDF), generale Felix Kulayigye, raggiunto ieri dalla BBC e dall’emittente sudsudanese Radio Tamazuj.

“Le nostre forze sono già nel paese”, ha dichiarato Kulayigye a Tamazuj. “La missione è quella di supportare il governo del Sud Sudan a causa della crescente insicurezza nel paese”.

Una missione che, ha proseguito, “continuerà finché persisteranno le minacce alla sicurezza. Determineremo la tempistica del ritiro in base agli sviluppi. Non posso rivelare il numero di truppe coinvolte”.

Il generale ha sottolineato che lo spiegamento serve gli interessi sia degli ugandesi che dei cittadini del Sud Sudan, confermando che la presenza di militari ugandesi a Juba è stata pianificata in accordo con le autorità sudsudanesi. “Se non ci fosse un accordo [tra i due governi], ciò costituirebbe un’invasione”, ha dichiarato.

La smentita è invece arrivata dal ministro sudsudanese dell’Informazione Michael Makuei che, sempre ieri, parlando con i media locali, ha negato che ci siano truppe ugandesi nella capitale.

Operazione ‘guardiano silenzioso’

L’invio di forze speciali dell’UPDF a Juba era stato annunciato nella mattinata del 10 marzo con dei post sul suo account X dal comandante in capo delle forze armate ugandesi Muhoozi Kainerugaba, primogenito del presidente Yoweri Muserveni di cui è anche consigliere senior per le operazioni speciali.

“Da due giorni le nostre unità delle Forze speciali sono entrate a Juba per metterla in sicurezza”, ha scritto, aggiungendo: “Noi dell’UPDF, riconosciamo solo un presidente del Sud Sudan, sua eccellenza Salva Kiir … Ogni mossa contro di lui è una dichiarazione di guerra all’Uganda! Tutti coloro che commettono quel crimine impareranno cosa significa!”

“Proteggeremo l’intero territorio del Sudan del Sud come se fosse nostro. Questa è la volontà del Comandante in capo!”, ha scritto ancora Kainerugaba.

“L’operazione ‘Mlinzi wa Kimya’ (guardiano silenzioso, in lingua kiswahili) è cominciata” ha aggiunto in un post successivo, arricchito da immagini di soldati che sbarcano da un aereo sulla cui fusoliera appaiono i colori della bandiera francese. Un video la cui autenticità Nigrizia non è stata in grado di verificare.

Pericoloso precedente

L’intervento dell’esercito ugandese a sostegno di Salva Kiir non è una premiere. Già durante i cinque anni di guerra civile (2013-2018), l’UPDF era stato schierato a Juba, nei pressi dell’aeroporto internazionale, e nella città di Bor, 200 km a nord della capitale, nello Stato centrale di Jonglei.

Nemmeno la sua rinnovata presenza all’interno dei confini del Sud Sudan rappresenta una novità, visto che già da settembre 2024 l’esercito ugandese occupa territori nello stato dell’Equatoria Orientale, dove la popolazione è stata cacciata con la forza da circa 200 villaggi, per fare posto ad accampamenti militari. La presenza di soldati di Kampala è segnalata anche nello stato del Bahar el Gazal Occidentale, centinaia di chilometri a nord del confine ugandese.

Accordo di pace a rischio

Oggi il contesto non è molto dissimile da quello che portò allo scoppio del conflitto dodici anni fa, con tensioni crescenti tra l’attuale presidente Kiir e il primo vicepresidente Rieck Machar, tutt’oggi sostenuti dalle rispettive milizie.

L’epicentro è la contea di Nasir, nello Stato nord-orientale dell’Upper Nile, una delle roccaforti dell’opposizione, dove dopo settimane di combattimenti le forze armate che fanno capo a Kiir (Forze di difesa popolare del Sudan – SSPDF) sono state costrette alla ritirata dalla milizia White Army, composta principalmente da giovani del gruppo etnico nuer e affiliata al SPLM/A-IO (Sudan People’s Liberation Movement/Army in Opposition) di Machar.

La disfatta ha fatto scattare una serie di arresti di esponenti di alto livello dell’SPLM/A-IO a Juba, tra cui il numero due delle forze armate, generale Gabriel Duop Lam, e il ministro del petrolio Puot Kang Chol.

Poche ore fa il portavoce di Machar, Puok Both Baluang, ha annunciato il rilascio di 8 delle 21 persone detenute. Restano agli arresti il generale Duop Lam e il ministro Kang Chol, assieme a diversi alti funzionari militari allineati con il primo vicepresidente.

Poco dopo lo stesso portavoce ha dato però anche notizia di un nuovo arresto eccellente avvenuto ieri a Juba, quello di Gatwech Lam Puoch, figura chiave all’interno dell’SPLM-IO e rappresentante della contea di Nasir in parlamento.  

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it