Sudafrica: più di un lavoratore su 3 è disoccupato - Nigrizia
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Crisi sociale e anche sanitaria, sono morte oltre 80mila persone per il Covid-19
Sudafrica: più di un lavoratore su 3 è disoccupato
È una delle percentuali di disoccupazione più alte al mondo. In crisi anche i dipendenti dell’African national congress, da oggi in sciopero per stipendi non pagati. Partito ai ferri corti col presidente Ramaphosa, vedi il caso Mapisa-Nqakula
26 Agosto 2021
Articolo di Redazione
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South-Africa

Il Sudafrica vanta un nuovo record: il tasso di disoccupazione tra i più alti al mondo. Secondo la classifica di Bloomberg, che monitora 82 paesi, è proprio il più alto. È aumentato di 1,8 punti percentuali in un trimestre, salendo al 34,4% nel periodo tra aprile e giugno del 2021 rispetto al 32,6% nei tre mesi fino a marzo.

Il che significa che più di un lavoratore su tre è disoccupato. Ha ora 7,8 milioni di disoccupati su una popolazione di 59 milioni.

Dati forniti il 24 agosto dall’ufficio statistico del paese in un rapporto diffuso nella capitale, Pretoria.

Ma nella definizione più estesa di disoccupazione, quella che include pure le persone disponibili al lavoro ma che non lo hanno cercato, la percentuale sale addirittura al 44,4% rispetto al 43,2% del primo trimestre.

Secondo l’ufficio di statistica, i dati sulla disoccupazione probabilmente peggioreranno nel terzo trimestre perché il governo ha inasprito i cordoni economici di fronte alla terza ondata del Covid-19 che sta ostacolando gli sforzi per rianimare un’economia che si è ridotta del 7% rispetto all’anno scorso.

La crisi coronavirus

Il paese ha registrato 516 decessi correlati al coronavirus tra martedì e mercoledì scorsi, portando il totale dei decessi a 80.469. Il più alto dato africano e tra i più alti al mondo. Allo stesso tempo, sono stati registrati 13.251 nuovi casi di Covid-19, portando il totale di casi confermati a 2.722.202.

Se le infezioni sono calate nelle ultime settimane nella provincia di Gauteng, la più popolosa del paese, il nuovo epicentro si è spostato nel KwaZulu-Natal. Per Angelique Coetzee, presidente della South African Medical Association, i numeri sono preoccupanti.

Scioperi in Anc

Ma se si dovesse scattare una fotografia che rappresenti bene lo stato di salute oggi dell’economia sudafricana, bisognerebbe puntare l’obiettivo all’interno del partito al potere dalla fine dell’apartheid, l’African national congress.

Il suo personale è in sciopero per gli stipendi non corrisposti. Sciopero che inizia oggi giovedì 26 agosto. I lavoratori non sono stati pagati per due mesi a causa di problemi di liquidità. La direzione del partito a Luthuli House, a Johannesburg, ha deciso per oggi di chiudere tutti gli uffici del partito nel paese.

A giugno i lavoratori avevano marciato verso la sede del partito consegnando un memorandum al segretario generale ad interim Jessie Duarte che ha promesso che gli stipendi sarebbero stati pagati in tempo. Promessa non mantenuta. «Siamo in questa situazione da più di 4 anni, quindi non dipende solo dalla crisi da coronavirus», affermano i sindacalisti.

Le fratture nell’Anc

Partito in profonda crisi. Soprattutto si sta assistendo a uno scontro frontale tra il presidente del paese Cyril Ramaphosa e i vertici dell’Anc. Già il 5 maggio scorso il segretario generale del partito, Ace Magashule, era stato sospeso dal suo incarico.

Indagato per corruzione, frode e riciclaggio, Magashule, potente uomo del partito e alleato dell’ex presidente Jacob Zuma (indagato pure lui per corruzione e appropriazione indebita e arrestato e condannato a 15 mesi per oltraggio alla Corte per non avere rispettato l’ordine di comparire), ha reagito con una lettera indirizzata allo stesso Ramaphosa in cui giunge a sospenderlo dall’incarico di presidente dell’Anc.

Da ministra a presidente dell’Assemblea

Caso altrettanto clamoroso quello dell’ex ministra della difesa sudafricana Nosiviwe Mapisa-Nqakula recentemente licenziata dal suo incarico dal presidente e prontamente eletta al vertice del parlamento il 19 agosto, suscitando l’indignazione dei partiti di opposizione che hanno apertamente messo in dubbio la sua competenza e onestà.

Mapisa-Ngakula ha lasciato il governo all’inizio di agosto dopo un rimpasto di governo deciso in seguito a una serie di rivolte e saccheggi scatenati a metà luglio nel paese. Rivolte in parte dovute all’arresto dell’ex presidente Zuma e per le quali sono morte più di 300 persone. È stata sostituita per la sua gestione della crisi ma anche per aver pubblicamente smentito il presidente Cyril Ramaphosa che sosteneva che la violenza fosse un tentativo di «insurrezione pianificata».

Ma l’Anc, con uno schiaffo politico vistoso al presidente, l’ha nominata a presiedere l’Assemblea. «Ramaphosa guida un partito molto diviso», ha detto il politologo Ralph Mathekga all’AFP, e «hanno prevalso le forze non allineate con il presidente».

La signora Mapisa-Nqakula è pure oggetto di un’inchiesta per aver presumibilmente ricevuto una tangente di 5 milioni di euro da un appaltatore della difesa.

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