L’Ucraìna ha scelto bene la data per annunciare l’invio di cereali in Africa. Il 28 novembre cadeva l’anniversario dell’Holodomor, la carestia sofferta dal paese negli anni ‘30 a causa del regime sovietico guidato da Stalin.
Il ministro degli esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha dichiarato in una conferenza stampa online che «noi ucraìni conosciamo l’orrore della fame» e che «non permetteremo a nessuno di utilizzare la fame come un’arma».
Questa la premessa per presentare “Grain from Ukraine” (Cereali dall’Ucraina), un piano di approvvigionamento che prevede di esportare cereali, in primis il grano, per circa 5 milioni di persone entro la primavera 2023.
I paesi messi in priorità sono: l’Etiopia, il Sudan, il Sud Sudan, la Somalia, la Rd Congo, lo Yemen e la Nigeria.
Kiev ha sottolineato come lo sforzo umanitario non sarà indirizzato in base all’allineamento politico con i paesi destinatari degli aiuti. Qui il riferimento indiretto è per l’Etiopia, che si era astenuta nell’ultimo voto di condanna contro la Russia in sede Onu.
Ciononostante, Kuleba non ha perso l’occasione per invitare i paesi a non rimanere «neutrali» nel conflitto.
La questione del blocco delle esportazioni dei cereali dall’Ucraina e dalla Russia, i due maggiori produttori mondiali, ha acquisito un ruolo centrale per i paesi africani. Questi ultimi si sono visti ulteriormente indeboliti dallo scarso approvvigionamento, che ha causato inflazione a vari livelli e messo in grave pericolo la sicurezza alimentare.