
Oltre a provocare vittime e violenze d’ogni sorta, tra le conseguenze negative di ogni conflitto vi è l’inevitabile interruzione delle attività scolastiche ed educative dovute alla generale insicurezza che si viene a generare.
Questo vale anche per l’Etiopia, dove secondo gli ultimi dati del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), oltre 9 milioni di bambini/e hanno dovuto interrompere ogni percorso scolastico in seguito ai conflitti regionali tuttora in atto, che hanno provocato lo sfollamento di milioni di persone, o a causa di disastri, naturali e provocati dall’uomo.
16mila scuole chiuse o danneggiate
Si tratta, secondo l’UNICEF, di oltre 6mila scuole chiuse in tutto il paese del Corno d’Africa.
Il rapporto scrive inoltre che più di 10mila scuole, cioè il 18% delle scuole in tutta l’Etiopia, sono state danneggiate dai conflitti, riducendo fortemente gli spazi di apprendimento sicuri e funzionali per bambini e giovani.
Il numero maggiore di bambini/e fuori dalla scuola si trova nella regione Amhara (4,4 milioni), seguita dall’Oromia (3,2 milioni) e dal Tigray (circa 1,2 milioni). Secondo il rapporto, il settore dell’istruzione in queste regioni è stato letteralmente “devastato”.
L’UNICEF dichiara inoltre che la carenza di finanziamenti sta ostacolando la sua risposta umanitaria in Etiopia, mentre il paese affronta crescenti esigenze umanitarie.
In alcune aree, inoltre, qualche insegnante è caduto vittima dei combattimenti, e questo – secondo i funzionari governativi dell’educazione – ha creato paura e preoccupazione tra i genitori e gli operatori scolastici.
Hijab vietato tra i banchi
Di recente, tra l’altro, è scoppiata una disputa tra il Consiglio supremo per gli affari islamici della regione del Tigray e i responsabili di varie scuole nell’area di Axum, accusati di aver impedito alle studentesse musulmane di indossare il velo (hijab).
Una misura che ha provocato l’abbandono delle aule scolastiche da parte di centinaia di ragazze.
Il Consiglio ha affermato che il divieto “mina i valori della tolleranza religiosa nel paese, dove le diverse religioni si rispettano a vicenda”, denunciando inoltre che le ragazze musulmane subiscono aggressioni da parte della polizia che le minaccia di essere arrestate se non si tolgono il velo.
D’altro lato, il ministero dell’Istruzione consente alle studentesse musulmane di indossare il velo nelle scuole, per cui il Consiglio islamico tigrino ha ammonito che venga quanto prima trovata una soluzione al problema.