C’è un nuovo profilo scelto dal Cremlino per coordinare le attività di propaganda di Africa Corps, la compagnia militare russa fatta sorgere da Mosca dalle ceneri del Gruppo Wagner dopo la dipartita del suo fondatore Evgenij Prigozhin. Si tratta di Viktor Lukovenko. È lui che siede oggi nella cabina di comando di African Initiative, la struttura che all’interno di Africa Corps ha il compito di soffiare costantemente sulla diffusione di fake news anti-occidentali e favorevoli alla Russia di Vladimir Putin e alla sua strategia di penetrazione del continente africano.
Il modus operandi di African Initiative
Quartier generale nella Torre della Federazione di Mosca, African Initiative ha rilevato da Wagner il comando su tutte le attività di comunicazione che riguardano i Paesi africani. Per permettere alla propaganda filorussa di attecchire nel continente, African Intiative si serve della sponda garantita da media locali “amici”, come Radio Lengo Songo, emittente della Repubblica Centrafricana, oltreché di una serie di profili attivati su Telegram. A questi media alleati si aggiunge una rete di corrispondenti a cui sono stati messi a disposizione anche degli uffici in Paesi come Niger, Burkina Faso e Mali. Oltre a influencer africani, come Nathalie Yamb e Kemi Seba. Da Mosca l’appoggio ad African Initiative arriva dai russi controllati dal governo, come Zvezda TV, e dai legami diretti con le forze armate russe.
Rispetto ai tempi di Wagner, il modus operandi di African Initiative in realtà non è cambiato di molto. L’obiettivo di fondo della sua propaganda rimane infatti lo stesso: trasmettere un’immagine rassicurante del ruolo della Russia in Africa e, al contempo, infangare la reputazione delle potenze occidentali, a cominciare da quella della Francia di Emmanuel Macron. Versante, quest’ultimo, su cui i russi in realtà non hanno mai avuto particolari problemi nel farsi valere, complice il sentimento anti-occidentale e anti-coloniale particolarmente radicato soprattutto nella regione del Sahel.
Il copione seguito da African Initiative ricalca più o meno quanto la struttura ha fatto con la recente manipolazione della notizia dell’arresto in Repubblica Centrafricana di due uomini franco-algerini, identificati dai russi come mercenari francesi e fatti passare per essere stati assoldati per rovesciare il governo del presidente Faustin-Archange Touadéra. In passato un registro simile era stato seguito in Burkina Faso, dove il diffondersi dell’epidemia di dengue era stata attribuita alle potenze occidentali presenti nel Paese.
La doppia vita di Viktor Lukovenko
Prima della “nuova vita” di Viktor Lukovenko in Africa ce n’è un’altra da ricostruire, in cui si chiamava Viktor Vasiliev, come riportato da Le Monde nel marzo scorso. Nato in Uzbekistan nell’aprile del 1985, si è laureato in Economia alle università di San Pietroburgo e Mosca. Sin da giovane è entrato in contatto con movimenti dell’estrema destra russa. In quest’area per un gruppo identificato da Jeune Afrique come “Verdict russe”, ha condotto una campagna a difesa dei militanti della destra radicale finiti sotto processo per omicidio, teppismo o estremismo. Per anni i suoi profili social sono stati disseminati di post inneggiati al razzismo. In uno di questi Vasiliev ha pubblicato una sua foto con in testa un berretto con su scritto lo slogan neonazista “Division 83”.
Nel 2011 è stato condannato a otto anni di carcere per l’omicidio di un cittadino svizzero originario dello Sri Lanka, il 58enne Anthony Kunanayaku, commesso a Mosca il 4 novembre 2009 durante la “Marcia russa” nella giornata dell’unità nazionale per celebrare la vittoria sulla Polonia nel 1612.
Dopo aver trascorso cinque anni in una colonia penale nella Repubblica di Buriazia (nella regione centro-meridionale della Siberia), viene rilasciato nel 2015. Dalla prigione compie il salto nella rete di mercenari di Prigozhin, ma su di lui punta da subito gli occhi anche il GRU, l’intelligence militare russa. Stando a quanto ricostruito dalla ong di investigazione Dossier Center, citata sempre da Jeune Afrique, Vasiliev viene mandato da un colonnello del GRU, Denis Smolyaninov, in missione in Ucraina nel 2022 per reclutare simpatizzanti filo-russi. Scoperto e denunciato alle forze di sicurezza ucraine, dovrà fuggire dal Paese.
La “passione” per l’Africa
È almeno dal 2018 che Lukovenko ha a che fare con l’Africa. In quell’anno, stando a quanto segnalato dal collettivo All Eyes on Wagner, sarebbe stato in Madagascar per una conferenza organizzata da Afric, think thank legato a Prighozin e che in seguito sarebbe stato accusato dagli Stati Uniti di aver interferito nelle elezioni presidenziali del Paese. È in quest’occasione che Viktor Vasiliev avrebbe sdoganato il suo nuovo nome, ovvero Viktor Lukovenko. Ed è sempre in questa occasione che incontra Kémi Séba, influencer franco-beninese, anti-occidentale e filo-russo per anni finanziato da Prigozhin.
Da una prima operatività sul campo Lukovenko passa presto anche a quella sui social. Crea il suo canale Telegram chiamandolo “Smile and Wave”. È attraverso questo canale che sbarca in Repubblica Centrafricana, entrando prima in contatto con Radio Lengo Songo, poi “affermandosi” come esperto di questioni africane grazie a ospitate sempre più frequenti sul network Sputnik e su “Circle of Opinion”, club di amministratori di canali Telegram tra cui figurano scienziati politici, economisti e giornalisti di diversi Paesi.
In Burkina Faso Lukovenko crea nel novembre 2023 una filiale di African Initiative, African Initiative Association, affindandone la guida al burkinabè Soumaïla Azenwo Ayo. Oltre a fare da cassa di risonanza ai messaggi della casa madre, l’associazione organizza nella capitale Ouagadougou anche tornei sportivi e proiezioni di film russi in lingua locale.
Nel mentre Lukovenko allarga i suoi contatti e fa crescere la sua visibilità anche in Senegal, Mali e Niger, quest’ultimi due non a caso tra i Paesi del Sahel che insieme al Burkina Faso sono governati da giunte militari che hanno interrotto le relazioni con l’Occidente per rafforzare i rapporti con la Russia.
Tra i russi con cui Lukovenko è stato più in contatto negli ultimi tempi in Africa ci sono due ex dipendenti di Prighozin, Artem Sergeyevich Kureyev e Maxim Shugaley, entrambi visti di recente in Ciad. Shugaley, in particolare, è stato posto sotto sanzioni dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti per violazione dei diritti umani in Repubblica Centrafricana e Libia.