Zimbabwe: il fenomeno dei guaritori tradizionali su TikTok - Nigrizia
Tecnologia Zimbabwe
Grazie alle dirette streaming, i sangoma accrescono la loro fama social, garantendosi una sempre più ampia clientela
Zimbabwe: il fenomeno dei guaritori tradizionali su TikTok
05 Luglio 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti
Foto di Solen Feyssa

Mentre le luci delle ring light illuminano i volti dei sangoma, guaritori tradizionali dello Zimbabwe, migliaia di spettatori seguono incantati le loro dirette su TikTok, cercando sollievo dai problemi spirituali e materiali. È il nuovo volto delle antiche pratiche spirituali, che hanno imparato a dialogare con la tecnologia moderna.

I sangoma, rispettati intermediari tra il mondo spirituale e quello fisico nella cultura Shona dello Zimbabwe, stanno infatti trovando una nuova vita sui social media. Tradizionalmente, questi guaritori entrano in contatto con gli spiriti degli antenati attraverso rituali che includono canti, danze e musica mbira. Tuttavia, il loro ruolo si è evoluto con l’avvento delle piattaforme digitali.

Sono pratiche portate avanti sia da persone che tuttora vivono in Zimbabwe sia dalla diaspora. C’è chi lo fa dal Regno Unito, chi direttamente da Harare. Organizzano live in cui si confrontano con il loro pubblico e offrono consigli su come far fronte alle difficoltà quotidiane. Un trampolino di lancio per crearsi una rete di clienti ai quali poi concedere, a pagamento, appuntamenti e sedute. Insomma, come qualsiasi altro influencer, l’obiettivo è di vendere, o per lo meno arrotondare. 

Molto diffuse, in particolare, sono le richieste di supporto economico. Perché non va dimenticato che, sullo sfondo di un fenomeno che allo sguardo occidentale può sembrare bizzarro, ci sono i cittadini di un paese in profonda crisi economica. I sangoma allora non intervengono solo per scopi medici, ma vengono chiamati in causa anche per ragioni finanziarie. Vengono chieste loro pratiche che aiutino ad attirare il denaro, per esempio, tanto che si è diffuso il trend intitolato “Traditional Healer from Zimbabwe Make People Rich”.  

Tuttavia, non tutti vedono di buon occhio questa fusione tra tradizione e tecnologia. Critici e puristi affermano che i sangoma di TikTok sono motivati dall’avidità piuttosto che da un autentico desiderio di aiutare. La Zimbabwe National Traditional Healers Association (Zinatha) ha etichettato questi guaritori come impostori, sostenendo che la spiritualità e la tecnologia non possono coesistere, anche perché i veri guaritori dovrebbero essere vincolati da un rigoroso codice etico. Senza contare che la dimensione virtuale dà spazio a molti ciarlatani che, senza aver compiuto nessun percorso spirituale, propongo pratiche improbabili per ottenere un ritorno economico. 

Seguendo le regole delle piattaforme social, poi, ne deriva che più elevata è la notorietà del sangoma, più la consulenza diventa costosa. Per avere un appuntamento con un sangoma di 30mila followers si può arrivare a pagare anche 200 dollari locali a seduta, come nel caso del guaritore Sekuru Kanengo. O di Gogo Maweni, i cui video hanno oltre 5 milioni di visualizzazioni. 

Nonostante le critiche, molti ritengono che l’adozione dei social media da parte dei guaritori tradizionali sia un esempio di innovazione tecnologica e il loro successo sui social media è indiscusso. a ricerca di guida spirituale attraverso TikTok offre un accesso più facile e anonimo ai servizi dei sangoma, riducendo le distanze fisiche e sociali. Senza contare che ha permesso ai sangoma di raggiungere un pubblico globale e migliorare le loro condizioni economiche. Dall’altro, le accuse di opportunismo e perdita di sacralità mettono in discussione l’integrazione di antiche pratiche spirituali con le nuove tecnologie. 

Quello che è certo è che le pratiche tradizionali dei diversi paesi africani, in più angoli del continente, stanno dimostrando non di saper sopravvivere allo scorrere del tempo, ma di evolversi in modi inaspettati, con una resistenza sorprendente nel panorama contemporaneo.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it