Elezioni in Sudafrica: niente candidatura per l'ex presidente Zuma
Politica e Società Sudafrica
La Commissione elettorale ha accolto un'obiezione sulla sua partecipazione al voto
Sudafrica: l’ex presidente Jacob Zuma non potrà candidarsi alle elezioni
L'ex capo di stato non è idoneo per i suoi precedenti penali
29 Marzo 2024
Articolo di Brando Ricci
Tempo di lettura 3 minuti
World Economic Forum on Africa 2009
Jacob Zuma a una riunione del World Economic Forum a Città del capo nel 2009,. Copyright World Economic Forum/ Eric Miller

In Sudafrica l’ex presidente Jacob Zuma non potrà candidarsi alle prossime elezioni generali, fissate per il 29 maggio, a causa dei suoi precedenti penali. A comunicarlo, ieri, la Commissione elettorale indipendente (IEC).

Zuma era stato inserito nelle liste elettorali dall’uMkonto we Sizwe (Mk), un partito registrato lo scorso settembre e a cui l’ex capo di stato aveva aderito dopo aver rinunciato a sostenere il suo partito storico, l’African National Congress (ANC) che guida il paese dal ritorno alla democrazia nel 1994. L’Mk prende il suo nome dall’ala paramilitare dello stesso ANC, creata nel 1961, nel pieno della lotta di liberazione contro il regime di apartheid.

La formazione di governo ha provato a impedire all’Mk di presentare le sue liste lamentando irregolarità nelle sue modalità di registrazione in una denuncia presso un tribunale di Johannesburg. Il tentativo è stato però respinto dai giudici sudafricani.

Come Nigrizia ha spiegato in settimana, le sorti di Zuma, 81 anni, tenevano il Sudafrica con il fiato sospeso. In realtà però, i margini per poter accettare la candidatura dell’ex capo di stato non erano molti. Zuma, al potere per due mandati fra il 2009 e il 2018, non soddisfaceva uno dei criteri fondamentali per l’approvazione di una candidatura: quello cioè di non aver subito condanne al carcere pari o superiori a 12 mesi.

Nel 2021 l’ex presidente era stato condannato a 15 mesi di detenzione per essersi rifiutato di testimoniare presso la Commissione Zondo, un organismo giudiziario da lui stesso istituto per far luce su un gigantesco sistema di corruzione che, stando alle numerose ricostruzioni di media e magistratura, vedeva anche il suo diretto coinvolgimento.

Nello specifico, spiega la IEC in una nota, la candidatura di Zuma è stata respinta sulla base di un’obiezione presentata dalla cittadinanza. Fino a ieri 28 marzo, infatti, elettori, altri candidati ed esponenti dei partiti potevano presentare alla Commissione elettorale delle loro eventuali opposizioni a una qualche candidatura.

L’organismo elettorale ha reso noto di aver ricevuto 31 obiezioni valide, relative a otto candidati e tutte motivate dalla stessa ragione: l’impresentabilità del politico in questione a causa di precedenti penali.

Sono state accettate obiezioni relative a un solo candidato. Sebbene nel testo non siano citati nomi, si deduce dalle successive comunicazioni della IEC che la figura in questione sia Zuma. Il presidente dell’ente elettorale, Mosotho Moepya, ha affermato che la questione «non è personale» ma relativa esclusivamente a «disposizioni di legge. Dipende se la persona è idonea o meno», ha chiarito il dirigente.

Una giornata difficile 

Le ultime 24 ore sono state a dir poco complesse per Zuma. Ieri la giustizia sudafricana ha respinto per la sesta volta di fila la richiesta dell’ex presidente di aprire un procedimento giudiziario contro la giornalista Karyn Maughan e il pubblico ministero Billy Downer, accusati di aver fatto trapelare alcuni sue cartelle cliniche durante un procedimento a suo carico per corruzione. Zuma, inoltre, ha più volte tentato senza successo di far rimuovere Downer dal suo ruolo di pm in quello stesso processo, connesso a una vendita di armi.

Sempre ieri l’ex capo di stato è anche rimasto coinvolto in un incidente d’auto, da cui è però uscito illeso.

Nei giorni scorsi l’Mk aveva minacciato violenze nel caso in cui Zuma fosse stato estromesso dalla corsa elettorale. Stando a diversi sondaggi concordanti, il prossimo 29 maggio l’Anc potrebbe scendere sotto il 50% dei consensi per la prima volta nella trentennale storia della democrazia sudafricana. L’amministrazione del presidente Cyril Ramaphosa, ex vice presidente di Zuma, è accusata di non essere in grado di far fronte alla crisi economica e infrastrutturale che attanaglia il paese. 

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