Si conclude domani a Kigali, capitale del Rwanda, la quarta Conferenza di Gafcon (Global Fellowship of Confessing Anglicans), la componente conservatrice internazionale della Chiesa anglicana, formatosi nel 2008, che propugna l’ortodossia della comunione globale anglicana.
L’incontro, che vede riuniti rappresentanti di 52 paesi, si tiene due mesi dopo la contestata decisione della Chiesa d’Inghilterra di benedire i matrimoni tra coppie dello stesso sesso.
Secondo quanto dichiarato dall’arcivescovo rwandese Laurent Mbanda, la decisione della Chiesa anglicana inglese di benedire queste unioni ha creato «Grande confusione, e potrebbe costituire l’ultimo chiodo piantato nella bara della già fratturata eredità della Chiesa anglicana».
In effetti, da anni i vescovi anglicani di tendenza conservatrice, soprattutto di Africa ed Asia, affermano la loro assoluta opposizione all’accoglienza e all’inclusione di appartenenti alle comunità Lgbtq+, esortando anzi al “pentimento” le province progressiste che hanno adottato la suddetta politica inclusiva.
Il presidente di Gafcon, il primate americano Foley Beach, ha dichiarato durante l’apertura del convegno il 17 aprile che il suo gruppo «non può più riconoscere» Justin Welby, l’arcivescovo di Canterbury, come leader spirituale della comunione anglicana.
Welby aveva peraltro riconosciuto da tempo il “profondo disaccordo” su tale tema tra le diverse province anglicane, esortando tutti i componenti della Chiesa a cercare di “camminare insieme”.