Guinea Equatoriale: migliaia di giovani arrestati arbitrariamente
Guinea Equatoriale
La denuncia di Amnesty International
Guinea Equatoriale: migliaia di giovani arrestati arbitrariamente
Una campagna contro le bande giovanili lanciata dal vicepresidente Teodorin si è trasformata in una grande operazione di violazione dei diritti umani
24 Agosto 2022
Articolo di Redazione
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Amnesty International chiede alla Guinea Equatoriale di porre fine agli arresti arbitrari di migliaia di giovani.

La vicenda nasce all’inizio di maggio, quando il vicepresidente della Guinea Equatoriale, Teodoro Nguema Obiang Mangue (conosciuto come Teodorin, figlio del presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, al potere dal 1979) ha lanciato un piano nazionale contro le bande giovanili, per contrastare l’aumento della criminalità nel paese.

Teodorin (al centro di diverse indagini internazionali) aveva annunciato in un videomessaggio l’operazione per «ripulire» le strade della Guinea Equatoriale da criminali e banditi. Operazione che consiste nell’imporre il coprifuoco ai giovani e nell’inviare sospetti criminali nelle carceri di massima sicurezza.

400 arresti in una settimana

In una sola settimana, più di 400 giovani sono finiti in carcere a maggio e tre mesi dopo, secondo quanto riferito, migliaia di giovani sono stati arrestati in tutto il paese. A volte i giudici hanno ordinato la libertà vigilata degli arrestati per mancanza di prove, ma almeno due degli arrestati sono morti in carcere.

Amnesty International, dopo aver documentato numerose testimonianze legate a questi arresti, ha chiesto l’immediata cessazione di questa campagna, che altro non è che un attacco mirato ai diritti umani, rilevando che era del tutto possibile perseguire i procedimenti penali nel rispetto dei diritti umani.

Secondo Amnesty International, che ha parlato con i parenti degli arrestati e detenuti, molte vittime dell’arbitrarietà delle autorità locali sono state maltrattate dalle forze di sicurezza durante l’arresto e la detenzione. Così Ruben, 21 anni, è stato arrestato il 20 maggio nella capitale Malabo, dopo di che è morto in carcere il 6 giugno. La famiglia ha ricevuto il suo corpo e un referto medico che indicava che Ruben soffriva di difficoltà respiratorie, anoressia e altri problemi di salute. Ma secondo la testimonianza della famiglia, Ruben non aveva problemi di salute al momento del suo arresto.

Famiglie non avvisate

Amnesty International ha anche osservato che il destino di molti altri giovani arrestati arbitrariamente dalle forze di sicurezza è rimasto sconosciuto alle famiglie. Trattamento che va contro la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, a cui la Guinea Equatoriale aderisce, secondo la quale le persone arrestate e detenute hanno il diritto di contattare e avere accesso a un membro della loro famiglia o a un’altra persona a loro scelta.

Sebbene pochi giorni prima dell’inizio dell’operazione di polizia il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo avesse detto al popolo che il piano non avrebbe violato i diritti umani, ora è chiaro che questa assicurazione è lontana dalla realtà.

Amnesty International ha chiesto alla Guinea Equatoriale di fornire urgentemente informazioni trasparenti su decessi in custodia, tortura e altri maltrattamenti e di assicurare che i sospettati di aver commesso crimini siano assicurati alla giustizia.

 

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