Nestlé: zuccheri aggiunti nei prodotti per bambini venduti in Africa
Un'indagine di Public Eye ha riscontrato oltre 6 grammi di zuccheri aggiunti a porzione nei prodotti venduti in paesi a medio e basso reddito
Nestlé: zuccheri aggiunti nei prodotti per bambini venduti nei paesi africani
19 Aprile 2024
Articolo di Redazione
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Nestlé continua a fare scandalo. Una delle più tristemente note multinazionali al mondo, da anni al centro di campagne di boicottaggio, è di nuovo sotto attacco. Questa volta, l’accusa di aggiungere zucchero nei prodotti per bambini venduti nei paesi a medio-basso reddito. 

A denunciarlo, Public Eye, organizzazione investigativa svizzera, che ha fatto esaminare alcuni campioni di articoli venduti in Africa, Asia e America Latina. I risultati hanno dimostrato la presenza di dosi importanti di zuccheri aggiunti sotto forma di saccarosio, miele e dolcificanti. Una prassi che mette gravemente a rischio la salute dell’infanzia. È l’ennesimo doppio standard rispetto ai paesi, per esempio, dell’Unione Europea e al Regno Unito, nei quali sono applicate le linee guida dell’OMS che vietano l’aggiunta di agenti dolcificanti negli alimenti per bambini al di sotto dei tre anni.

L’obesità infatti, è sempre più un’emergenza nei paesi africani, dove i bambini sovrappeso al di sotto dei cinque anni sono aumentati del 23% dal 2000, con quasi un miliardo di persone affette dalla malattia a livello globale, di cui 36 milioni di bambini. 

Il rapporto di Public Eye, realizzato in collaborazione con l’International Baby Food Action Network, testimonia che dell’oltre 1 miliardo e mezzo di dollari di vendite di Cerelac, uno dei prodotti incriminati insieme a Nido, buona parte proviene dai paesi a medio e basso reddito, il 40% solo da India e Brasile. 

In Etiopia sono stati scoperti 5,2 grammi di zuccheri aggiunti per ogni porzione, 6 in Senegal, in Nigeria addirittura 6,8. E rigorosamente non dichiarati nella confezione, fatta eccezione per il Sudafrica, con 4,2 grammi. 

Lo stesso dicasi per Nido, latte in polvere, anche se in misura minore.

Il 70% dei campioni analizzati presentava zuccheri aggiunti. Fa sorridere, molto amaramente, se si tiene conto che si tratta dei due prodotti di punta della campagna condotta da Nestlé per promuovere una vita più sana tra i bambini. Ma a quanto pare, si fa riferimento soltanto ai bambini occidentali, per i quali i prodotti vengono venduti in modo effettivamente aderenti agli standard dell’Oms. (AB)

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