Quante storie. Il “sociale” dall’Unità a oggi. Ritratti e ricordi - Nigrizia
Libri
Goffredo Fofi
Quante storie. Il “sociale” dall’Unità a oggi. Ritratti e ricordi
Altreconomia, 2024, pp. 138, € 14,00
09 Maggio 2024
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 2 minuti

Parte da Umberto Zanotti Bianco, Fofi. È a questo archeologo antifascista che fa risalire il concetto moderno di assistenza sociale. Di pagina in pagina scorrono nomi ed esperienze di donne e uomini che hanno costruito la storia del sociale in Italia. L’autore li ripercorre tra aneddoti, scritti e ricordi personali, restituendo un passato che, come scriveva la maestra socialista Margherita Zoebell nel secondo dopoguerra, deve diventare azione, futuro. Perché è questo il miglior modo per ricordare figure di persone, laiche e religiose.

Goffredo Fofi narra una determinazione che abita chi vuole ricostruire il paese partendo da idee differenti: urbanistiche, che sognano quartieri con case popolari e operaie; culturali, che spaziano dall’alfabetizzazione all’educazione con il movimento di cooperazione educativa; di crescita comunitaria come i centri ecumenici tipo l’Agape, dove i campi estivi diventano humus per quel che oggi conosciamo come servizio civile internazionale.

I capitoli più corposi l’autore li dedica a due figure diventate mitiche: Danilo Dolci e Adriano Olivetti. Il primo per lo sciopero al contrario e la non violenza come metodo di rivendicazione sociale; il secondo con un’idea nuova di fabbrica, da cui gli operai escono la sera con i libri sottobraccio presi dalla biblioteca. Una ricchezza italiana troppo spesso dimenticata, un anelito di costruzione che doveva essere, come recita il titolo della prefazione di Giuseppe De Rita, “dappertutto e dal basso”, perché solo così può essere il cuore del diritto sociale di un paese.

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