Apprezzabile la lucidità con cui l’autrice circoscrive l’intento del suo diario di viaggio: concentrarsi sull’incontro con alcune delle persone conosciute in vari paesi, dallo Zambia allo Zimbabwe, dal Rwanda alla Tanzania. Il rischio naturalmente è di incontrare gli altri senza mai uscire da sé stessi. La viaggiatrice ne è consapevole tanto che chiarisce ancora in premessa: «Si viaggia per lasciare che le cose accadano, per conoscere, per imparare a considerare il diverso una ricchezza e non un limite; si viaggia per trovare risposte alle nostre domande…».