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Editoriali
L'editoriale di febbraio 2022
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04 Febbraio 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
Copertina di Nigrizia febbraio

Immaginiamo qualche sopracciglio aggrottato. Per la sorpresa. Nigrizia è cambiata. Bruscamente. Cambio del logo. Della grafica. Dei colori. Di alcune sezioni interne. Ma rassicuriamo i lettori: ciò che non cambia è l’identità della rivista, che quest’anno compie 140 anni.

Una mutazione, non sovversiva, per dare ancora più personalità e stile al mensile. E per ripensarlo in una stagione, non solo dell’informazione, abbondantemente vaccinata alle trasformazioni.

Un logo stilizzato, «contemporaneo» nella definizione dei suoi autori. Colori caldi. O, meglio, meno freddi rispetto a un tempo. Titoli dai caratteri più accattivanti. Più leggibili. Come i testi. Lo sforzo è di diventare uno strumento ancora più fruibile da parte di chi ci legge e si abbona.

Ma non abbiamo pensato per Nigrizia solo a un cambiamento di facciata. Di vestito. Perché il restyling grafico è stato anche l’occasione per ripensare il giornale nelle sue sezioni interne. Troverete ad esempio – ma un primo approccio l’abbiamo già abbozzato nel numero di gennaio – una sezione intitolata “Bussola”. Che fa una bussola? Orienta.

Ecco, i nostri sforzi tenderanno ad aiutare chi ci legge a non smarrirsi nell’oceano informativo di oggi. A indirizzarlo. È una sezione “monotematica” che declinerà, in modo graduale e trasversale, un argomento in base alle sensibilità e alle problematicità delle singole aree africane.

È un approccio verticale. Di ancora maggiore approfondimento. Perché pensiamo a una rivista con più valore aggiunto, e meno contenitore di notizie. Per quelle c’è il web, il sito totalmente rivoluzionato di Nigrizia.it e delle altre piattaforme social del gruppo.

Gli obiettivi che ci siamo dati sono ambiziosi: consolidare la nicchia di lettori attenti e sensibili alle tematiche africane, della giustizia sociale, di una missione globale e di una attività di evangelizzazione aperte al dialogo e al confronto; puntare su tratti distintivi, differenziandoci sempre più da altri strumenti informativi; scommettere sulla qualità; immaginare una rivista bella da vedere, da possedere, da toccare.

La sopravvivenza dei giornali non è garantita per decreto. Gli ostacoli sono evidenti. E le cose cambiano rapidamente. Spesso in peggio. Noi ci siamo messi in discussione. Con una sola certezza: nessuna omologazione. L’uniforme, infatti, perseguita il difforme. E Nigrizia vuole continuare a essere una voce stonata nel coro.

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