A colpi d’ascia. Legni, crete, storie a Sud del Sahara - Nigrizia
Arte e Cultura Libri
Giovanni Maria Incorpora
A colpi d’ascia. Legni, crete, storie a Sud del Sahara
Rubbettino, 2022, pp. 206, € 30,00
10 Maggio 2022
Articolo di
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Si tratta di soffermarsi prima di tutto sulle foto di maschere e statue, feticci e altari, reliquiari e oracoli, vasi e utensili. E ascoltare ciò che raccontano. Mentre ascoltiamo, siamo indotti a leggere la contestualizzazione culturale ed etnica che ne fa l’autore, un ingegnere «con il gusto del bello», individuando quattro ampie aree: Sudan occidentale, costa di Guinea, foresta equatoriale e savana.

In un secondo momento è il caso di leggere la prefazione di Agbonkhianmeghe E. Orobator, gesuita nigeriano, presidente dell’Hekima University College di Nairobi. Un passaggio: «Le mie impressioni più profonde possono essere riassunte in tre punti. L’arte africana non è né statica né muta. L’arte africana è terapeutica: in molti casi, i manufatti non sono solo oggetti impersonali, perché funzionano come ricettacoli e mediatori degli spiriti.

L’arte africana è una realtà viva». In una nota introduttiva, Alberto Salza, antropologo che si definisce “analista del terreno umano”, ci dis-orienta così: «Lo scultore africano di un tempo, protagonista di questo libro, lavorava essenzialmente il legno, l’osso, l’avorio. Sono resti di organismi morti. L’elefante va ucciso e l’albero tagliato.

Questo fine-vita violento lascia essenza nella materia dello scultore. Essenza: parola che usiamo nel senso di “specie arborea” o del legno da essa derivato. Essenza della materia: il sostituto immateriale di qualcosa che noi occidentali chiamiamo “anima”». Le opere fotografate fanno quasi tutte parte della collezione dell’autore.

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