Coppa d'Africa - Storie di elefanti - Nigrizia
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L'insolito legame tra un pachiderma e il calcio africano
Coppa d’Africa – Storie di elefanti
26 Gennaio 2024
Articolo di Roberto Valussi
Tempo di lettura 2 minuti

Gli amanti della Coppa d’Africa (per i francofoni CAN) sapranno già che l’elefante è il simbolo della Costa d’Avorio e che i giocatori della squadra di calcio nazionale sono chiamati gli elefanti.
Difficilmente saranno informati anche del legame con un esemplare femmina di elefante in particolare, nata proprio il giorno della prima vittoria ivoriana alla Can, il 26 gennaio 1992. E che, ovviamente è stata chiamata Can. Se vi capita di andare allo zoo di Abidjan, potete anche andare a vederla.

La cosa curiosa è che nel paese probabilmente ci sono più stadi che elefanti. Non è noto sapere quanti pachidermi siano rimasti in giro. Mentre degli stadi si conosce il numero esatto. Da paese ospitante, la Costa d’Avorio ne ha messi sul piatto 6: 4 nuovi di zecca, e 2 rinnovati a puntino.
Ma anche su questo argomento, qualche dubbio c’è. In particolare, ci si chiede cosa ne sarà di loro dopo la sbornia di partite internazionali targate Can. Faranno da volano all’industria del settore sportivo o diventeranno simboli fatiscenti di fu progetti ambiziosi?

Per ora, il paese si preoccupa di salvare la faccia nell’immediato futuro. Dopo l’umiliante 4-0 rimediato contro la modesta formazione della Guinea Equatoriale, gli elefanti affrontano agli ottavi i campioni in carica e favoriti al titolo: il Senegal.
Una sconfitta sarebbe comprensibile. Un’altra umiliazione no. Perlomeno, si speri che la squadra si impegni per evitare il ripetersi delle scene di vandalismo accadute dopo i 4 gol del Guinea, con vari bus di linea distrutti da gruppi di giovani.

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