Giovani africani: chi influenza chi? - Nigrizia
Politica e Società
Uno studio di Africa No Filter ribalta molti degli stereotipi occidentali sul continente
Giovani africani: chi influenza chi?
Un’indagine condotta tra i giovani di nove paesi, rivela che al primo posto tra ciò che ha più ascendente sul modo di essere del più grande gruppo demografico del continente c’è la cultura pop e i social media. Con uno sguardo attento anche ai modelli di Stati Uniti ed Europa. Dove però solo in pochi vorrebbero vivere
10 Febbraio 2023
Articolo di Antonella Sinopoli (dal Ghana)
Tempo di lettura 4 minuti
Giovani sudafricani (Credit: Africa Leadership)

Non è l’Europa e il suo richiamo da sirena e neanche la leadership politica dei loro paesi. Quello che ha più ascendente sui giovani africani è la cultura pop, la produzione popolare, l’emergente panorama artistico fatto di influencer, anche qui, ma che non rispondono a quei cliché sul continente in cui i giovani, appunto, non si riconoscono.

Non a caso a dirlo è un report di Africa No Filter, progetto nato proprio con lo scopo di raccontare un’altra Africa. Liberarla da una narrazione falsa e falsificata che da decenni invia al mondo messaggi conditi di pregiudizi e luoghi comuni. Diffondendo così una percezione dell’Africa non solo non riconosciuta in molti aspetti da chi ci vive ma anche semplicemente non vera.

Chi influenza chi?” è la domanda del report ed ecco le risposte dei 4.500 africani di età compresa tra i 18 e i 35 anni intervistati in Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio, Marocco, Egitto, Uganda, Kenya, Zimbabwe e Sudafrica.

Il 57% di loro ha affermato che è la cultura pop ad avere la maggiore influenza sulle loro vite e il loro modo di pensare. Conservano però grande importanza nell’immaginario (e magari nei modelli di comportamento) della gioventù africana gli Stati Uniti e l’Europa (45%) e poi i politici (31%).

A livello regionale, sono i giovani del Kenya e dello Zimbabwe a sentirsi maggiormente “influenzati” dalla cultura pop (87%), mentre gli intervistati dell’Africa occidentale (65%) percepiscono Stati Uniti ed Europa come più influenti.

È interessante notare che, anche se i politici sono considerati influenti, solo l’11% degli intervistati ha affermato di “essere stato influenzato” da loro. Tranne quando hanno dovuto prendere decisioni di voto (51%).

Narrazioni negative, percezioni positive

Con l’obiettivo di sondare in che modo le narrazioni stereotipate arrivano ai giovani si è chiesto anche quali ritengono essere, nei film, le storie negative dominanti che riguardano il continente.

Il 54% ha affermato che le narrazioni negative più comuni e diffuse riguardano il crimine e la corruzione, seguite da narrazioni ambientate in aree sottosviluppate (41%) e raffiguranti africani non istruiti e ai margini della società (33%). Un modo di raccontare – o un punto di osservazione – che, secondo il 75% degli intervistati ha creato una percezione negativa del continente.

Eppure, questi giovani, guardano dentro, si guardano e, nonostante quello che il mondo possa pensare e credere di sapere, continuano ad amare il proprio paese e il continente (60%) e ad essere certi che i paesi africani – questo in particolare Sudafrica, Nigeria ed Egitto – abbiano un’influenza e un ruolo importante nel panorama globale (73%).

Tecnologia contro gli stereotipi

Ma veniamo più nel dettaglio i risultati delle interviste. Grande influenza sui giovani africani (come del resto accade in tutto il mondo) sembrano averla i social media, che utilizzano per diffondere una nuova narrazione sull’Africa.  

Il 71% degli intervistati ritiene di poter sfidare gli stereotipi negativi sul continente grazie ad Internet e alla tecnologia digitale. Con contenuti nuovi, originali, propri. Quasi una sorta di debunking, un lavoro di contraddittorio e di bilanciamento per ribaltare le percezioni e le convinzioni dell’altra parte del mondo.  

Emerge, inoltre, l’amore per il proprio paese e il continente: anche se il 45% degli intervistati crede che le proprie percezioni possano di fatto essere state modellate da narrazioni negative, il 60% ama ancora l’Africa e il paese in cui è nato.  

Solo il 18% degli intervistati ha detto che preferirebbe vivere negli Stati Uniti o in Europa e solo il 20% ritiene che ci siano meno opportunità nel continente africano che altrove.  

A dare poi una serie di imprinting ai giovani – risulta ancora dal report – ci sono la famiglia, gli amici (44%), la religione (74%) e le pratiche culturali delle loro comunità (54%). Il 45% degli intervistati, inoltre, ritiene che i loro coetanei siano fortemente influenzati dagli Stati Uniti e dall’Europa, mentre per loro, al contrario, sono la famiglia e gli amici che hanno avuto la maggiore impatto nella loro vita.  

«Conoscere l’opinione dei giovani rappresentata in questo report è un obbligo per qualsiasi organizzazione che lavori con e in Africa, perché svela ciò che influenza il più grande gruppo demografico del continente, i giovani, appunto» ha detto Moky Makura, direttore esecutivo di Africa No Filter.  

«Purtroppo – ha aggiunto – anch’essi non sono sfuggiti all’impatto degli stereotipi negativi, ma la buona notizia è che questi non hanno definito le loro percezioni».

 

 

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