In Bosnia, un nuovo memoriale per i migranti - Nigrizia
Migrazioni
Voluto da attivisti e funzionari locali, onora il ricordo di 41 persone, morte nel tentativo di attraversare il fiume Drina
In Bosnia, un nuovo memoriale per i migranti
12 Febbraio 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti

Nei Balcani, sulle rive del fiume Drina, c’è un nuovo memoriale. Al confine tra Serbia e Bosnia Erzegovina, dal lato bosniaco, due nuove lapidi di pietra riposano accanto a 41 alberi appena piantati. Non è dedicato a eroi nazionali, né a personaggi storici. E forse sorprenderà, per chi si chinerà a leggere l’incisione riportata sulla pietra, leggere le parole: ‘Migranti e rifugiati, nella cui memoria sono stati piantati questi alberi sono sepolti qui; non dimenticheremo mai te e i tuoi sogni interrotti nel fiume Drina’. 

Non lo si sente dire spesso, ma la Bosnia è da anni un cimitero a cielo aperto. Chi perde la vita nel tentativo di raggiungere i confini italiani ed europei lungo la Rotta Balcanica è avvolto dal silenzio e dall’indifferenza. E d’altra parte, è da sempre un tratto che gode di minore notorietà rispetto alla rotta mediterranea. Nella maggior parte dei casi, sono solo piccoli gesti spontanei a rendere onore ai morti. È quello che succede in molte città di confine, dove si registrano i maggiori ritrovamenti, sia a nord che a sud del paese. Al cimitero di Bihac, per esempio, vicino al confine croato, si trovano alcune lapidi verdi di legno, con scritto sopra “Nn lice”, senza nome. Un angolino frutto della generosità di pochi, di chi ha scelto di dare sepoltura ai cadaveri abbandonati delle persone transitate in quella terra. 

Dall’altra parte del paese, sulle rive della Drina, dal 2017, sono rinvenuti 41 cadaveri, finora sepolti sommariamente dei dintorni, senza nemmeno una vera e propria tomba. Le persone provenivano nella maggior parte dall’Africa e dal Medio Oriente e avevano scelto questa rotta probabilmente per evitare i pericoli dell’attraversamento del Mediterraneo. Una premura che purtroppo non è stata sufficiente a salvare loro la vita. 

Ora, questa nuova iniziativa vuole restituire dignità non solo ai corpi, ma alle speranze e ai sogni per cui muoiono le persone lungo la rotta. Oltre al memoriale, sono state sostituite anche le lapidi, ora in pietra. I funzionari municipali hanno abbracciato l’idea sulla spinta di alcuni attivisti locali e con il sostegno della Ong austriaca SOS Balkanroute. (AB)

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it