L’hiphop italiano in campo contro il razzismo - Nigrizia
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Ad un anno dall’omicidio di George Floyd
L’hiphop italiano in campo contro il razzismo
Un brano realizzato da oltre trenta artisti della scena hiphop italiana commemora l’assassinio di George Floyd, un anno fa, denunciando vecchi e nuovi razzismi, sempre più presenti anche nella nostra società
25 Maggio 2021
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
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Ad un anno dalla scomparsa di George Floyd, ucciso da un agente di polizia il 25 maggio 2020 a Minneapolis, esce un lavoro musicale, I can’t breathe, frutto della collaborazione tra oltre 30 artisti italiani attivi nel scena hiphop, prodotto da Dj Fast Cute e pubblicato dalla Back Movement Records di Torino.

“Abbiamo deciso di pubblicare questa posse track per ricordare lui e tutte le vittime della polizia, per esprimere solidarietà e vicinanza al movimento Black Lives Matter e soprattutto per metterci la faccia o, in questo caso, la voce” spiegano a Nigrizia.

“Quando l’assassinio di George Floyd ha fatto esplodere negli Stati Uniti e nel mondo intero il movimento Black Lives Matter, ci siamo chiesti dove fossero i rapper italiani e per quale motivo nessuno avesse deciso di esprimersi in merito. Cosi l’abbiamo fatto noi”.

Più di 30 artisti hanno aderito all’iniziativa, uniti in un’unica traccia di oltre 15 minuti e mezzo, nella quale alcuni raccontano la loro esperienza, altri esprimono il loro punto di vista, con un filo conduttore comune: il rap e la cultura hip hop. “Chi ne fa parte si schiererà sempre contro ogni discriminazione e contro le tante forme di abuso contro i più deboli che la società è abituata a mostrarci”, proseguono, perché “la situazione attuale in Italia è ancora pesante in termini di disinformazione e incitamento all’odio, anche da parte di alcune fazioni politiche”.

“Speriamo – concludono – che questo progetto possa sensibilizzare la gente, che chi lo ascolta sia invogliato a farsi carico del problema sulla propria pelle, nel proprio piccolo e nel proprio quotidiano. Ѐ anche un modo per dimostrare a chi invece combatte tutti i giorni per i propri diritti o per quelli degli altri, che anche noi, a modo nostro, abbiamo fatto qualcosa per la causa”. Perché, come recita un frase del brano, “milioni scendono in piazza cercando la verità, se semini uguaglianza nascerà una rosa, Parks”.

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