Liberia: protestano le mogli dei militari, si dimette il ministro della Difesa
Liberia Politica e Società
Il neo presidente Boakai istituisce una commissione d’inchiesta per verificare le recriminazioni dell’esercito
Liberia: protestano le mogli dei militari, si dimette il neo ministro della Difesa
13 Febbraio 2024
Articolo di Redazione
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Ѐ una protesta unica quella che ha bloccato tra l’11 e il 12 febbraio scorsi l’autostrada che porta all’aeroporto internazionale di Monrovia, capitale della Liberia, e altre zone del paese, paralizzando per diverse ore il paese.

A scendere in strada armate da utensili da cucina e oggetti di casa sono state le mogli e le vedove dei soldati che hanno istituito vari posti di blocco, protestando contro i bassi salari e pensioni, la mancanza di sicurezza sociale, la carenza di elettricità e la corruzione all’interno delle forze armate (ALF).

Una rivoluzione pacifica che ha portato nel giro di poche ore alle dimissioni del ministro della Difesa, Prince Charles Johnson III, responsabile, secondo le manifestanti, della riduzione degli stipendi dei soldati di ritorno dalle missioni di pace in Mali e di aver negato benefici e incentivi ai mariti quando per sei anni è stato capo di stato maggiore delle forze armate liberiane.

La protesta al femminile ha anche costretto il neo eletto presidente Joseph Boakai ad annullare le celebrazioni previste per la Giornata nazionale dell’esercito, il 12 febbraio.

In uno scenario del tutto inusuale in Africa occidentale, dove negli ultimi anni il malumore tra i militari si è espresso con il rovesciamento di governi (in Burkina Faso, Mali, Niger e Guinea), in Liberia soldati e ufficiali sono rimasti nelle caserme, lasciando alle loro donne la voce della protesta. Una mossa che ha consentito loro di evitare eventuali ripercussioni sulla loro carriera.    

Sorprendente anche la risposta che hanno avuto dalle istituzioni, con le immediate dimissioni del ministro della Difesa – sostituito ad interim dal generale di brigata Geraldine George, la prima donna a ricoprire questo ruolo – e con il presidente che subito ha accettato un incontro, concluso con l’attivazione di una commissione d’inchiesta e di investigatori indipendenti chiamati a riferire entro due settimane in merito alle recriminazioni sollevate.

«L’esercito è il nostro orgoglio nazionale collettivo e dobbiamo preservarne la dignità», ha affermato Boakai, evidenziando di essere al potere da soli 24 giorni e di dover affrontare problematiche ereditate dalla precedente amministrazione.

I primi risultati concreti sono stati il ripristino dell’elettricità nella caserma Edward Binyah Kesselly e lezioni gratuite nella scuola situata all’interno del complesso.

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