Malawi: duro atto d’accusa dei vescovi cattolici al governo - Nigrizia
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Una lettera pastorale illumina il fallimento a tutto campo di quattro anni di amministrazione Chekwera
Malawi: duro atto d’accusa dei vescovi cattolici al governo
27 Febbraio 2024
Articolo di Redazione
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Il presidente Lazarus Chakwera (Credit: LaLuh Luhanga/Wikimedia/CC BY-SA 4.0 DEED)

È una lettera pastorale dai toni estremamente duri nei confronti del governo quella che la Conferenza episcopale del Malawi ha pubblicato la seconda domenica di Quaresima, il 25 febbraio, e lo si capisce già dal titolo: La triste storia del Malawi.

Un j’accuse senza sconti nei confronti del presidente Lazarus Chakwera e del suo partito Malawi Congress Party (MCP), principale partner della Tonse Alliance, al governo, alle prese quest’anno con nuove elezioni legislative e locali in un paese che è tra i dieci più poveri del continente.

I vescovi mettono in riga tutti i fallimenti degli ultimi quattro anni rispetto alle promesse fatte alla popolazione in campagna elettorale nel 2020. Prime fra tutte: sradicamento della fame, creazione di 1 milione di posti di lavoro nel primo anno, sviluppo delle infrastrutture, promozione dello stato di diritto e della meritocrazia, lotta a corruzione e nepotismo, e attenuazione dei poteri presidenziali.

Un sogno di una “terra promessa della prosperità”, scrivono i vescovi, che ha portato invece i malawiani “a Bagamoyo”, vecchio porto commerciale sulla costa tanzaniana, tristemente noto per la tratta degli schiavi nel XIX secolo, “che quando uno arrivava lì perdeva ogni speranza di essere di nuovo libero”.

Così, aggiungono, “siamo impantanati nella stessa terra che volevamo lasciare, vale a dire la terra della fame, delle malattie, della povertà e della corruzione. Pertanto, la maggior parte dei malawiani, ad eccezione di pochissimi, quelli con buoni collegamenti, sono fermamente convinti che non c’è nient’altro che possano fare per dare una svolta al paese o migliorare le condizioni di vita in peggioramento”.

Nella lettera i vescovi si dicono preoccupati per l’incombente insicurezza alimentare, per la corruzione dilagante, il nepotismo diffuso, per le nomine su base etnica e per le spese di molti funzionari governativi, come gli eccessivi viaggi all’estero. Ma anche per gli attacchi alla stampa e per la mancanza di attenzione alla cura del Creato.

“Anche la magistratura – aggiungono – sembra aver abbandonato la sua integrità e si è invischiata nella corruzione e nella faziosità”.

Un grido, quello dei vertici cattolici nel paese, che, fanno sapere, arriva in seguito al fallimento del dialogo avviato in più occasioni con il presidente Chakwera e il suo governo.   

“Consapevoli del nostro ruolo profetico di essere la voce di chi non ha voce, abbiamo più volte interpellato privatamente il capo dello stato. Tuttavia, non riusciamo a vedere alcun cambiamento positivo nel governo generale del nostro caro Malawi e nessun miglioramento nella difficile situazione dei nostri fratelli e sorelle poveri in tutto il paese”.

“Abbiamo ripetutamente avvertito la leadership di governo che se la cattiva governance continua, lo stato della nostra nazione diventerà molto peggiore rispetto a quattro anni fa. Purtroppo la nostra previsione si è avverata”, aggiungono.

“Sebbene i nostri sforzi per coinvolgere la leadership del governo siano stati in gran parte infruttuosi – concludono – come cristiani continuiamo a provarci, sperando in un cambiamento prima o poi. Con la speranza di accelerare questo cambiamento, amplifichiamo il grido dei poveri e dei sofferenti malawiani attraverso un approccio diverso”.

La risposta arrivata ieri per bocca del ministro dell’Informazione e portavoce del governo, Moses Kunkuyu, durante un’intervista, suona come una beffa: “faremo uso della saggezza che ci è stata offerta”.

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