Non rassegniamoci alle ingiustizie. Costruiamo la pace - Nigrizia
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L'editoriale di gennaio 2024
Non rassegniamoci alle ingiustizie. Costruiamo la pace
29 Dicembre 2023
Articolo di FESMI
Tempo di lettura 4 minuti
Riunione del Consiglio di pace e sicurezza dell'Unione Africana sulla guerra in Sudan, 16 aprile 2023 (Credit: Dabanga)

Questo articolo è uscito nel numero di Nigrizia di gennaio 2024.

Una riflessione della Federazione stampa missionaria italiana in occasione della Giornata mondiale della pace che si celebra il 1° gennaio

Mai come quest’anno ci interroga e ci inquieta la Giornata mondiale della pace che la Chiesa celebra il primo giorno di gennaio. Il vento di morte, violenza e distruzione che in queste settimane drammatiche ci ha raggiunto da Gaza e dal sud di Israele, non ha fatto altro che aggiungersi alle ferite della guerra in Ucraìna (combattuta tra cristiani che arrivano addirittura a benedire le proprie armi), al conflitto violentissimo che da quasi tre anni ormai sfigura il Myanmar, a quello tornato a insanguinare il Sudan, alle tante altre guerre dimenticate che sempre più di rado entrano nei telegiornali e nella pagine dei quotidiani.

Con sguardo profetico, papa Francesco ci parla da tempo della «terza guerra mondiale a pezzi». In un contesto come questo, quale volto può assumere l’impegno del mondo missionario in favore della pace? Ci rendiamo conto che le parole di circostanza e i richiami generici a un destino comune non bastano più. C’è bisogno di gesti e scelte concrete, capaci di ridare corpo all’impegno per la pace.

Un primo passo è chiedere perdono. Perché le tante guerre tornate a riesplodere tutte insieme, hanno un triste denominatore comune: sono il frutto imputridito di ingiustizie che durano da troppo tempo. Diritti negati, interessi predatori, ferite mai rimarginate: molte volte ne abbiamo parlato sulle nostre riviste, ma senza riuscire a comunicare davvero quanto la sorte di questi fratelli e sorelle ci chiami in causa. Sono il dividendo degli affari che l’industria delle armi continua a mietere, nascondendo dietro il paravento di presunte “opportunità” per il made in Italy il loro prezzo di sangue.

Lo sappiamo tutti. Eppure spesso smettiamo di ricordarcelo, specie quando questi conflitti mietono vittime innocenti in terre lontane dai nostri occhi e dal nostro cuore (ad esempio nello Yemen o nella Repubblica democratica del Congo).

Questo 1° gennaio 2024 diventi allora davvero un’occasione per ricominciare a dire a tutti che “Pace a voi” è una parola irrinunciabile del vangelo di Gesù. Che riconoscersi fratelli e sorelle non è una vaga aspirazione del cuore, ma una precisa scelta di campo nei rapporti tra le nazioni. Che la riconciliazione tra i popoli non è un orizzonte buonista, ma un futuro che si costruisce anch’esso “a pezzi”, cominciando dai gesti quotidiani di incontro tra chi dice basta alla logica del nemico.

È la pace che abbiamo visto rinascere in tanti angoli del mondo, in tante nostre missioni sfregiate dalla guerra. La pace di chi ha avuto il coraggio di voltare pagina, aprendo il proprio cuore al perdono. La pace di chi non si è rassegnato alla vendetta per il torto subito, ma ha saputo guardare avanti.

Ed è la strada per accogliere anche nuove grandi sfide globali, come quella sull’uso dell’intelligenza artificiale che papa Francesco ci indica nel suo messaggio di quest’anno: strappiamola a chi è già al lavoro per applicarla ad armi ancora più devastanti, per farne invece realmente una opportunità di sviluppo al servizio di tutti.

La missione è annuncio di pace: torniamo a ripeterlo all’Italia di oggi.


Terza guerra mondiale a pezzi

«Dopo le due tragiche guerre mondiali, sembrava che il mondo avesse imparato a incamminarsi progressivamente verso il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e delle varie forme di cooperazione. Ma purtroppo la storia mostra segni di regressione. Non solo si intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi, e anche nuove guerre di dominio, che colpiscono civili, anziani, bambini e malati, e provocano distruzione ovunque», dal discorso tenuto da papa Francesco il 10 settembre 2022 ricevendo in udienza i partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle Scienze.

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