La SADC spinge su energie fossili e mercato finanziario interno
Economia
Il piano di sviluppo per i paesi dell’Africa meridionale stenta a decollare
La SADC spinge su energie fossili e mercato finanziario interno
Il blocco regionale punta su un maggiore coinvolgimento del settore privato. I cardini sono: inclusione finanziaria e monetaria, creazione delle necessarie infrastrutture e industrializzazione, con una ventina di progetti già identificati nel settore delle materie prime
09 Aprile 2024
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti

Infrastrutture e industrializzazione: furono questi gli assi centrali definiti lo scorso anno, nella riunione della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC) tenutasi a Kinshasa, in cui venne chiarito che il gap in infrastrutture per i paesi membri dell’organizzazione si aggira intorno ai 30-40 miliardi di dollari all’anno.

Un gap che, nonostante l’impegno di soggetti finanziari, quali la Banca di sviluppo africana (AfDB), vedrebbe un coinvolgimento ancora modesto da parte del settore privato, che la SADC intende stimolare anche facendo crescere un mercato finanziario interno.

La SADC Industrialization Strategy and Roadmap (2015-2063) non si era fermata alle sole infrastrutture: le politiche di accelerata industrializzazione avrebbero dovuto accompagnare quelle infrastrutturali, insieme all’apertura dei mercati.

In particolare, i tre elementi propulsivi della crescita economica e della riduzione della povertà nella regione vennero identificati con l’industrializzazione quale volano per lo sviluppo tecnologico; la competitività come processo attivo per passare da vantaggi comparativi a vantaggi competitivi; e infine l’integrazione regionale, a partire da quella finanziaria e monetaria.

Accelerazione verso industria e settore minerario

A fronte di risultati piuttosto modesti, nei giorni scorsi Sadwick Mtonakutha, direttore finanziario della SADC, ha provato ad accelerare. Secondo le sue parole, occorre procedere verso una più spedita industrializzazione, specialmente nel settore energetico tradizionale, ossia nel comparto minerario, visto anche gli interessi esterni per investirvi.

In particolare, Mtonakutha ha identificato, insieme ai paesi membri, settori specifici per ogni nazione, al fine di favorire gli investimenti, che dovranno seguire una logica B2B, con accordi bilaterali o trilaterali fra i paesi del blocco, al fine di sfruttare le materie prime di comune interesse.

In concreto, sarebbero stati identificati una ventina di progetti nel settore delle materie prime, per circa 2,3 miliardi di dollari di finanziamento per i prossimi 10 anni. Questo tentativo di accelerazione ha un solido motivo alle spalle.

Come evidenziato dall’ultimo report pubblicato dalla SADC, infatti, le performance più modeste fra le priorità identificate dall’organizzazione, nel 2023 sono state proprio quelle relative all’industrializzazione (con nessun incremento rispetto al 2022) e soprattutto rispetto allo Strategic Management (-1,5%).

A questo proposito, il report segnala come la regione non abbia mobilitato risorse significative per portare avanti gli investimenti programmati, a causa – secondo quanto sostiene lo studio – di un approccio “à la carte” dei paesi membri, liberi di cercarsi risorse in modo sparso e individualmente, scartando quindi una metodologia comune e probabilmente più efficace in questo senso.

Inclusione finanziaria

L’altro elemento di indubbio rilievo, secondo la SADC, sarebbe una maggiore inclusione finanziaria dei cittadini di ogni stato membro.

In particolare, la SADC sarebbe interessata a promuovere transazioni finanziarie elettroniche a basso costo fra gli stati membri, in modo da facilitare la circolazione di denaro, investimenti, nonché l’integrazione economica e, in futuro, monetaria, anche se una moneta interna di riferimento esiste già, ed è il rand sudafricano.

Dal 2013, da quando, cioè, il SADC-Real Time Gross Settlement fu lanciato, sono state registrate oltre tre milioni di transazioni elettroniche, valutate intorno ai 672 miliardi di dollari.

A oggi, sono 90 le banche – fra centrali e commerciali – connesse con questo sistema, mentre la SADC Stock Exchange sta motivando piccole e medie imprese a partecipare a un mercato interno di capitali, ancora modesto, ma in rapida crescita.

Nell’agosto scorso un nuovo piano di inclusione finanziaria è stato approvato per il quinquennio 2023-2028, nell’auspicio di affiancare, a investimenti B2B nell’industria, anche un mercato finanziario più agile, trasparente  e inclusivo, in modo da garantire un maggiore sviluppo a soggetti locali oggi in larga misura emarginati dal flusso dei grandi investimenti industriali nell’area, o bloccati dalle enormi barriere finanziarie ancora esistenti fra un paese e l’altro.

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