Somalia: il primo contingente Atmis in partenza a giugno - Nigrizia
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Accelera il programmato ritiro della missione dell’Unione Africana
Somalia: il primo contingente Atmis in partenza a giugno
16 Maggio 2023
Articolo di Redazione
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«Tutte le parti interessate dovranno svolgere un ruolo nel processo di transizione. Il mio lavoro è dare una direzione per quanto riguarda le forze militari, fiducioso che lavoreremo tutti insieme».

Così, il 14 maggio scorso, il nuovo responsabile ugandese della missione militare Atmis (Missione dell’Unione Africana per la Transizione), Sam Okiding, che ha rimpiazzato il burundese Diomede Ndegeya, ritiratosi alla fine dello scorso anno.

Okiding intende accelerare i preparativi per il ritiro di 2mila soldati dalla Somalia, fissato per il prossimo 30 giugno e già slittato di sei mesi su richiesta del governo che chiedeva più tempo per completare l’addestramento all’estero dei 15mila soldati che dovranno prendere in mano il pieno controllo della sicurezza del paese.

6mila sono in Eritrea e Uganda, altrettanti dovrebbero essere inviati in Etiopia ed Egitto.

Quello di fine giugno è il primo di tre blocchi di ritiro graduale dei contingenti Atmis dal paese.

Altri 3mila soldati dovranno lasciare la Somalia entro il 30 settembre 2023 e gli ultimi 4mila dovrebbero partire più tardi. L’obiettivo è il completo ritiro della missione, cui contribuiscono Burundi, Gibuti, Etiopia, Kenya e Uganda entro il 31 dicembre 2024.

Il nuovo comandante si è detto dunque determinato a garantire la regolare transizione delle responsabilità per la sicurezza alle forze somale, consolidando il percorso già compiuto nella stabilizzazione della situazione nel paese.

«La priorità sarà sostenere le forze di sicurezza locali in conformità con il Documento globale per le operazioni (Conops), il Piano di transizione somalo (Stp) e le risoluzioni formulate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», ha aggiunto Okiding.

L’Atmis in questi anni ha cercato di mantenere la sicurezza combattendo i jihadisti di al-Shabaab, difendendo la popolazione, specie nei centri urbani, assicurando le strade per gli approvvigionamenti e difendendo le sedi delle istituzioni governative: parlamento, palazzi presidenziali, porti e aeroporti.

La missione ha infine provveduto alla sicurezza nella distribuzione di aiuti umanitari e nelle situazioni di emergenza alle comunità rurali e nelle aree più remote del paese.    

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