Streaming video: praterie per piattaforme - Nigrizia
Arte e Cultura
I numeri dello streaming portano in Africa. Rispetto ai già saturi mercati europei e nordamericani, i margini di crescita nel continente africano fanno gola ai giganti del settore
Streaming video: praterie per piattaforme
18 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti
Un immagine della serie nigeriana Black Book (foto: Neflix)

In Nord America, il tasso di penetrazione dei servizi di streaming video è del 71%. Significa che quasi 3 persone su 4 hanno un abbonamento a una piattaforma come Netflix, o Amazon Prime, o Disney Plus. Nell’Europa occidentale, siamo al 52%. E In Africa? È il 2%. 

Bastano queste tre percentuali, riportate da Le Monde Afrique, per capire il perché dell’interesse del settore video on demand per il continente africano e il suo miliardo e duecento milioni di abitanti. 

Vero è che, in Africa, la parte di popolazione in grado di permettersi un abbonamento del genere è una minoranza. Vero anche che il tasso di penetrazione di internet è tra i più bassi al mondo e che consumare giga di traffico costa molto più che nei paesi industrializzati. Nonostante ciò, le previsioni di crescita sono di tutto rispetto. Secondo uno studio della società inglese di consulenza Ampere Analysis, gli utili del settore dovrebbero triplicare dal 2022 al 2027, arrivando a toccare il miliardo di dollari. 

La competizione per gli occhi del pubblico africano è già iniziata da tempo. Netflix e Amazon Prime si sono buttate nella mischia già dal 2016, iniziando con il mercato sudafricano. Disney Plus si è aggiunta solo l’anno scorso, nel 2022. Altri nomi storici, ma meno noti al pubblico italiano, si erano già installati e messi comodi, forti di una presenza trentennale nel settore della TV satellitare.

È il caso del colosso francese Vivendi, con Canal +, ben radicato in Africa francofona. E soprattutto della sudafricana Showmax. Si tratta di una compagnia presente in più di 40 paesi in Africa. La sua azienda madre è Multichoice, proprietaria anche di DSTV, compagnia leader nel satellitare in Africa. 

Puntare sul locale

Se le strategie di marketing variano sensibilmente tra le differenti compagnie, tutte convergono su un punto: bisogna produrre localmente. Non se ne vogliano i blockbuster hollywoodiani, ma i consumatori dei vari paesi africani sono interessati a storie che parlano di loro e che li rappresentano. Una manciata di data esemplifica il dato. Showmax ha riportato che, in Sudafrica, 7 su 10 dei suoi abbonati guarda contenuti locali; stesso orientamento per 8 su 10 in Kenya e Nigeria; e per 9 su 10 in Ghana.

Non stupisce quindi vedere come e quanto le grandi compagnie stiano investendo e producendo sempre più in loco. Tra i risultati di questo indirizzo produttivo, ci limitiamo a citarne un paio. Ad aprile, Netflix ha fatto uscire il suo primo film pubblicato in Africa, Gangs of Lagos, premiato da un buon riscontro di pubblico. Mentre sul fronte delle serie televisive, i thriller nigeriani Blood sisters e Black Book hanno spopolato. 

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