Sudafrica: scissione nel partito di governo - Nigrizia
Politica e Società Sudafrica
Dalla frattura interna all’Anc nasce un nuovo movimento di opposizione
Sudafrica: scissione nel partito di governo
La spaccatura era nell’aria da tempo. Ora i leader della fazione che sostiene l’ex presidente Zuma lasciano il partito di Mandela per formare un movimento di opposizione che ha il dichiarato scopo di impedire la rielezione di Ramaphosa nel 2024
02 Febbraio 2023
Articolo di Efrem Tresoldi (da Johannesburg)
Tempo di lettura 4 minuti
L'ex veterano dell'Anc Carl Niehaus, fondatore e presidente di Retmo

All’inizio del nuovo anno, l’African National Congress (Anc), al potere dal 1994 in Sudafrica, ha dovuto affrontare la sfida di una spaccatura interna. Alcuni leader della fazione dell’Anc fedele all’ex presidente Jacob Zuma hanno annunciato che lasceranno il partito per formarne uno nuovo, chiamato Movimento radicale per la trasformazione economica (Retmo).

L’annuncio ufficiale è stato dato il 4 gennaio da Carl Niehaus, fondatore e presidente di Retmo, che ha apertamente dichiarato la sua intenzione: rimuovere Cyril Ramaphosa dalla carica di presidente.

Niehaus – bianco sudafricano ed eroe della lotta di liberazione che ha ricoperto incarichi di primo piano nel partito di Mandela negli ultimi decenni – il 12 dicembre dello scorso anno è stato espulso dall’Anc, dopo aver guidato proteste pubbliche a favore della rimozione di Ramaphosa. Causa dell’espulsione è di avere screditato il partito con il suo comportamento.

«Retmo al momento è un movimento, non un partito politico. Ci stiamo registrando come organizzazione senza fini di lucro. Non è da escludere però che in futuro possa trasformarsi in un partito», ha sottolineato Niehaus.

La sua nuova organizzazione non accetterà finanziamenti da nessuna grande impresa, si finanzierà tramite crowdfunding, quote associative e donazioni dei suoi membri, in modo da rimanere indipendente.

«L’Anc non è più il partito a cui mi ero iscritto e che lavorava per la piena liberazione del popolo. Ha perso il suo originale orientamento a favore dei poveri ed è un agente del capitale monopolistico bianco», afferma Carl Niehaus, 63 anni di cui 43 di militanza nel partito.

I sostenitori di Retmo fanno parte della schiera dei membri dell’Anc determinati a rovesciare il presidente Ramaphosa alle elezioni del 2024. Alleati di Jacob Zuma, si prefiggono di attirare pezzi grossi dell’Anc invitandoli a disertare prima delle elezioni del 2024, con l’intento di indebolire Ramaphosa e impedirgli di essere rieletto per un secondo mandato come presidente del Sudafrica.

Tra i probabili membri della nuova formazione c’è Mervyn Dirk, leader dei deputati dell’Anc anti-Ramaphosa, che all’assemblea elettiva del dicembre scorso ha votato per l’impeachment di Ramaphosa contro le istruzioni del partito. Dirk è un membro del consiglio esecutivo di Retmo ma non si è ancora dimesso dall’Anc.

Anche l’arci-nemico di Ramaphosa, Ace Magashule, potrebbe unirsi a Retmo e portare via con sé una grossa fetta di elettori. Magashule, per due decenni premier della regione del Free State, poi segretario generale dell’Anc nel 2017, è stato arrestato nel 2020 per frode, corruzione e riciclaggio di denaro e sospeso dal partito nel 2021. Nonostante i guai giudiziari, ha ancora un ampio seguito all’interno dell’Anc.

Il programma politico della nuova formazione è in tutto simile a quello del Fronte per la liberazione economica (Eff) di Julius Malema. È fondato sulla promessa di sequestrare e restituire la terra ai sudafricani neri senza indennizzo agli agricoltori bianchi e di nazionalizzare la Banca centrale (la South Africa Reserve Bank).

Se alle prossime consultazioni elettorali del 2024 Retmo si alleasse con l’Eff di Julius Malema, potrebbe mettere in pericolo la rielezione di Ramaphosa. In tal caso, secondo alcuni analisti politici, l’Anc potrebbe persino scendere sotto il 35% dei consensi, inferiore al tetto del 42% previsto.

È troppo presto per dare un giudizio sulla nuova formazione di Niehaus. Potrebbe trattarsi di un fuoco di paglia. Tuttavia non si può sottovalutare la frustrazione e la rabbia della gente in Sudafrica che accusa il presidente Ramaphosa di non fare nulla per risolvere la crisi energetica, causa di continui blackout di corrente elettrica – fino a dodici ore al giorno, intervallate – e ora anche di sospensioni giornaliere dell’erogazione di acqua potabile.

Al momento delle elezioni, non è da escludere che i cittadini non siano più disposti a dare credito alle promesse, mai mantenute, del presidente e potrebbero optare per una nuova formazione politica. Retmo? Il futuro lo dirà. 

 

 

 

 

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