Uganda: allarmante crescita dei contagi da HIV/AIDS - Nigrizia
Politica e Società Salute Uganda
Quasi 4 su 5 nuove infezioni riguardano ragazze e adolescenti di età compresa tra i 15 e i 24 anni
Uganda: allarmante crescita dei contagi da HIV/AIDS
30 Novembre 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Alla vigilia della Giornata mondiale contro l’AIDS, il 1 dicembre, dati allarmanti arrivano dall’Uganda, alle prese con un’impennata incessante delle infezioni da HIV.

La Commissione AIDS ugandese (UAC) segnala oltre 1.000 nuovi casi ogni settimana, con una media di 158 casi al giorno. Con una distribuzione dei contagi che varia in modo significativo da una regione all’altra. Si va dal 2,1% nella regione nord-orientale (Karamoja) all’8,1% nella regione Centrale (Grande Masaka), fa notare l’Uganda Population-Based HIV Impact Assessment.

I rapporti indicano che il Buganda meridionale e il Centro nord sono attualmente le zone di maggiore diffusione del virus, che colpisce per lo più ragazze e adolescenti di età compresa tra i 15 e i 24 anni (quasi 4 su 5 nuove infezioni).

Dati che segnalano l’aumento anche di un altra criticità: le violenze sessuali sulle giovani donne. Un allarme che è stato lanciato lo scorso ottobre dal capo dell’UAC, Daniel Byamukama, che individua proprio nell’alto tasso di violenza di genere il principale push factor.  

In generale sono proprio le donne le più colpite, con una prevalenza delle infezioni che si attesta al 7,2%, mentre per gli uomini è del 4,3%.

Nella popolazione adulta di età pari o superiore a 15 anni, la diffusione è del 5,8%, in leggero calo rispetto al 6,2% del 2016.

Legge anti-LGBTQ+ al vaglio della Corte costituzionale

Le organizzazioni sanitarie locali che si occupano di AIDS lanciano un allarme e chiedono al governo interventi urgenti e mirati per frenare la crescita dei contagi, alla quale potrebbe aver contribuito anche la draconiana legge anti-omosessualità emanata lo scorso maggio, considerata una delle leggi anti-LGBTQ+ più dure in Africa e nel mondo.

Allora le agenzie delle Nazioni Unite per il controllo della malattia avevano parlato di un “grave pericolo” per i progressi fatti finora dal paese nel controllo della diffusione.

La legge prevede tra l’altro la pena di morte per “omosessualità aggravata”, che include il sesso gay praticato da persone affette da una malattie croniche, incluso, appunto, l’HIV.

La normativa, avevano avvertito le organizzazioni locali per la lotta all’AIDS, persegue anche in altri modi la comunità LGBTQ+, provocando un allontanamento delle persone dai centri per la prevenzione, l’assistenza e la cura.

E proprio contro l’Anti-Homosexuality Act sono state depositate presso la Corte costituzionale quattro petizioni e 19 denunce che ne contestano la legalità. Il tribunale comincerà a esaminarle l’11 dicembre, dopo averle riunite in un unico fascicolo.

Tra i firmatari c’è anche un deputato, un vice alto commissario, un giornalista, docenti di diritto della Makerere University e diverse organizzazioni della società civile.

Si contesta, tra l’altro, che la nuova legge si sovrapponga alla sentenza della stessa Corte costituzionale che nel 2014 aveva annullato una normativa simile, e che sia quindi incostituzionale.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it