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Uganda / Tentato omicidio del generale Edward Katumba Wamala
Un attentato con molte ombre
Quello contro il veterano dell’esercito ugandese è solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi portati a segno negli ultimi anni contro figure considerate “poco allineate” al regime. Tutti rimasti impuniti. Il presidente, intanto, completa un rimpasto ai vertici militari
28 Giugno 2021
Articolo di Alfred Avuni (direttore del Centro giustizia e pace Giovanni Paolo II di Kampala)
Tempo di lettura 5 minuti
Edward Katumba Wamala
Generale Edward Katumba Wamala

Il generale Edward Katumba Wamala, 65 anni, è un pezzo da novanta dell’esercito, un veterano delle Forze di difesa del popolo ugandese (Ugandan Peoples Defence Forces – Updf) e uno dei più alti ufficiali militari della regione del Buganda.

Quando, il 1° giugno, un gruppo di uomini armati a bordo di alcune moto ha aperto il fuoco contro l’auto su cui viaggiava, nel centro di Kampala, pompandogli contro più di 50 proiettili, in pochi hanno pensato si fosse trattato dell’azione di una banda di criminali. Il raid lo ha risparmiato, uccidendo invece sua figlia, Brenda Wamala Nantongo, e il suo autista, Haruna Kayondo.

Quello contro di lui è stato il 37esimo di una serie di attacchi letali compiuti dal 2015. I 36 precedenti si sono conclusi con la morte delle persone prese di mira, tra cui un portavoce della polizia, Andrew Felix Kaweesi, diversi religiosi musulmani e un pubblico ministero, Joan Kagezi. In tutti questi omicidi i moventi e i responsabili non sono mai stati accertati.

Alcune ipotesi

Il generale Edward Katumba Wamala è entrato nell’esercito nel 1980, poco dopo la caduta del dittatore Idi Amin Dada (11 aprile 1979). Ѐ stato comandante delle forze di terra dell’Updf dal 2005 al 2013, quando fu nominato capo di stato maggiore dell’esercito, e dal 17 gennaio 2017 al 14 dicembre 2019 è stato ministro del lavoro e dei trasporti. Katumba Wamala è stato anche ispettore generale della polizia ugandese.

Il suo stile di leadership non si discosta da quello della maggior parte dei comandanti dell’esercito e si crede che sia un buon stratega militare. La sua ascesa, costante e rapida, ha certamente infastidito altri comandanti, rimasti relegati in ranghi inferiori.

In passato ha fatto inoltre discutere la sua nomina a capo dell’esercito, avvenuta dopo il licenziamento del suo predecessore, il generale Aronda Nyakarima, da parte del presidente Yoweri Museveni. Un licenziamento seguito alla pubblicazione, da parte del quotidiano Daily Monitor, di una lettera in cui si affermava che il governo stava pianificando di assassinare alti ufficiali contrari alla ventilata successione al potere del figlio del presidente, generale Muhoozi Kainerugaba.

Nyakarima era uno degli ufficiali nominati nella lettera, fatta trapelare dal generale David Sejusa, a capo di un’unità dell’esercito che coordinava l’intelligence nazionale e straniera.

Nyakarima è morto nel 2015 all’interno di un aereo diretto in Corea, in circostanze ancora tutte da chiarire. Secondo alcuni analisti, la successione a Nyakarima in un momento così delicato, avrebbe procurato a Katumba numerosi nemici sia all’interno dell’esercito che nel governo, e in molti scommettevano che fosse solo questione di tempo prima che qualcuno decidesse di eliminarlo.

L’ascesa di Muhoozi Kainerugaba

Nel frattempo, qualche giorno fa, Museveni ha completato un rimpasto interno all’esercito, ponendo suoi “lealisti” in posizioni di vertice nelle Updf.

In particolare, ha promosso il suo ex aiutante di campo Wilson Mbadi, al grado di generale e lo ha nominato capo delle forze di difesa (Cdf), ma soprattutto ha assegnato al figlio l’ambita posizione di comandante delle forze terrestri.

Il generale Kainerugaba – già a capo del Comando delle forze speciali (Sfc), una guardia d’élite specializzata nella protezione del presidente e della sua famiglia – è stato messo così alla testa di tutte le divisioni, e le unità indipendenti, dell’intera struttura militare.

Un’operazione, quella del presidente, che conclude una serie di rimpasti seguiti alle elezioni di gennaio, che “lo hanno portato ad avere, come mai prima, una presa salda su tutte le istituzioni di governo, compreso il parlamento e la magistratura, dove i ‘quadri obbedienti’ sono stati premiati e quelli con ‘fedeltà discutibile’ sono stati fatti uscire di scena”, come chiaramente denunciato dall’edizione online del The East African.

Un business ambito

Un’altra ipotesi che in queste settimane è girata in Uganda riguardo al tentato assassinio del generale Wamala, riguarda i suoi interessi economici e in particolare un appezzamento di terra di dodici acri a Mukono, nel centro del Paese, trasformato in un piccolo impero con l’allevamento di oltre 10mila polli per la produzione di uova e carne, porcilaie e stagni con pesce. Si ritiene che solo la produzione di uova frutti al generale un lordo mensile di oltre 24 milioni di scellini (più di 6.700 dollari).

Inoltre, l’azienda ha una porcilaia che conta oltre 100 esemplari, destinati principalmente all’allevamento e alla distribuzione tra i piccoli allevatori della zona che pagano una piccola quota. Ciò significa che il generale guadagna miliardi di scellini da questo business, con un mercato consolidato poiché si ritiene che esporti centinaia di migliaia di capi di pollame e dei suoi prodotti in altri paesi, in particolare in Somalia.

Alcune fonti affermano che ci sono state alcune persone nel governo interessate alla stessa attività, ma che il generale ha rifiutato di includerle. Pertanto, si ipotizza che il suo tentato omicidio possa essere stato progettato da un gruppo di potere interessato all’impero commerciale multimiliardario che sta controllando.

Omicidi impuniti

Negli ultimi anni ci sono stati diversi omicidi irrisolti e morti misteriose di funzionari di alto profilo in Uganda che hanno alimentato la speculazione sugli autori e le loro motivazioni. Quasi tutti sono stati commessi da uomini armati in motocicletta.

L’aspetto più inquietante è che non sono state fatte inchieste approfondite, né sono stati aperti procedimenti giudiziari che abbiano portato all’individuazione di autori e mandanti. I risultati delle indagini di polizia non sono mai stati resi pubblici.

Nel caso del tentato omicidio del generale Katumba Wamala, il Paese attende di sapere se, almeno per una volta, i colpevoli saranno finalmente smascherati e puniti. 

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