African Folktales: su Netflix i racconti popolari africani - Nigrizia
Arte e Cultura Cinema
In collaborazione con l'Unesco, la serie è il risultato di un concorso lanciato nel 2021, a cui avevano partecipato oltre 2mila giovani africani
African Folktales: su Netflix i racconti popolari africani
06 Aprile 2023
Articolo di Redazione
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L’ascesa inarrestabile che il cinema africano ha conosciuto negli ultimi anni non accenna a rallentare.  E la nuova serie lanciata da Netflix e dall’Unesco intitolata African Folktales: Reimagined! ne è la conferma. Si tratta di sei cortometraggi della durata di mezz’ora circa.  L’obiettivo? Promuovere l’eterogeneità culturale del continente e sostenere i suoi giovani cineasti.

Nel 2021, l’Organizzazione aveva lanciato, insieme con Netflix, un concorso aperto a tutti i giovani africani registi, sceneggiatori e appassionati di arte cinematografica. Il tema era proprio questo: presentare un progetto sulle storie popolari africane reinventate in chiave moderna. 

La serie, appena uscita e disponibile da qualche giorno sulla piattaforma, è il risultato della selezione fatta sugli oltre 2mila candidati. Seguendo la volontà di rappresentare il più possibile la diversità che popola l’Africa, i vincitori selezionati hanno diverse provenienze: Kenya, Mauritania, Nigeria, Sudafrica, Tanzania e Uganda. Il premio era di 25mila dollari, più altri 75mila per la produzione del cortometraggio, avvenuta in collaborazione con case di produzione locali. 

African Folkstales: Reimagined! si presenta dunque come un viaggio attraverso la magia, la mitologia, le tradizioni, le particolarità culturali dei diversi paesi coinvolti. Prendendo spunto dai racconti popolari, i sei narratori hanno parlato di siccità, crisi climatica, del rapporto con il soprannaturale, dei legami familiari e di tanti altri temi che coinvolgono le vite delle nuovi generazioni. 

Il direttore di Netflix Africa, Tendeka Matatu, si è detto “entusiasta” per la realizzazione di questo progetto. “Questa iniziativa rappresenta i nostri sforzi per rafforzare la narrazione africana e per includere le voci delle comunità sottorappresentate”. 

 

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