Alla Cop 15 impegni finanziari e di tutela della biodiversità - Nigrizia
Ambiente Nazioni Unite
Dalla Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità nuovi accordi da attuare entro il 2030
Alla Cop 15 impegni finanziari e di tutela della biodiversità
20 Dicembre 2022
Articolo di Redazione
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Dopo la Cop 27 la Cop 15. La Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità si è conclusa ieri a Montreal, in Canada, dopo 12 giorni di incontri (dal 7 al 19 dicembre), con un accordo che in sostanza rinnova gli impegni presi a novembre al vertice sul clima di Sharm el-Sheikh, in Egitto.

In sostanza, anche in questa occasione il nodo delle discussioni sono stati più i finanziamenti che le politiche di sviluppo locali e globali, necessarie per proteggere ambienti naturali sempre più minacciati.

Perché sull’urgenza di protezione dell’ambiente l’intesa è stata da subito ampiamente condivisa.
Alla fine i delegati di 190 paesi si sono impegnati nel raggiungimento di una serie di obbiettivi entro il 2030, a partire dalla protezione di almeno il 30% delle terre, degli oceani, delle zone costiere e delle acque interne del pianeta. Un passo avanti, visto che attualmente solo il 17% delle aree terrestri e il 10% di quelle marine sono protette.

Alcuni dei punti principali dell’accordo includono il mantenimento, il miglioramento e il ripristino degli ecosistemi, tra cui l’arresto dell’estinzione delle specie animali e vegetali, e la tutela della diversità genetica.

È stato inoltre concordato l'”uso sostenibile” della biodiversità e di garantire che i benefici delle risorse della natura, come i medicinali che provengono dalle piante, siano condivisi in modo equo, tutelando i diritti delle popolazioni indigene.

Tutti obiettivi che dovrebbero essere raggiunti in solo otto anni, anche “dimezzando gli sprechi alimentari e riducendo significativamente il consumo eccessivo e la produzione di rifiuti”.

Nel pacchetto di finanziamento è prevista la raccolta di 200 miliardi di dollari entro il 2030 per progetti a favore della biodiversità e l’impegno a lavorare per eliminare gradualmente, o riformare, i sussidi governativi dannosi. Un taglio da cui potrebbero arrivare altri 500 miliardi di dollari da destinare alla protezione ambientale.

La questione più spinosa è stata invece quella sui finanziamenti ai paesi a basso e medio reddito, con i delegati di 70 paesi sudamericani, asiatici e africani (tra i quali Rd Congo e Camerun le cui politiche non brillano certo per spirito ecologista), che hanno puntato i piedi. Arrivando ad abbandonare per qualche ora i negoziati pur di ottenere la promessa di maggiori finanziamenti.

L’accordo infine raggiunto prevede di aumentare fino ad almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 il denaro che va ai paesi a medio e basso reddito – circa il doppio di quanto già promesso – fino ad arrivare a 30 miliardi di dollari ogni anno entro il 2030.

Questa Cop 15 «contiene alcuni segnali forti sulla finanza e la biodiversità, ma non riesce ad avanzare oltre gli obiettivi di 10 anni fa nell’affrontare i fattori di perdita di biodiversità in settori produttivi come l’agricoltura, la pesca e le infrastrutture, e quindi rischia di essere ancora una volta completamente trasformazionale», ha commentato Andrew Deutz, direttore della politica globale, delle istituzioni e dei finanziamenti per la conservazione di The Nature Conservancy. (MT)

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