Azagaia, il maggior rapper dell’Africa lusofona, morto a 39 anni
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Nel 2014 in un post metteva in guardia da una sua morte apparentemente non sospetta
Azagaia, il maggior rapper dell’Africa lusofona, morto a 39 anni
Mozambicano di padre capoverdiano, Edson da Luz, detto Azagaia, è morto in circostanze ancora non chiarite nella propria abitazione, in provincia di Maputo, nel sud del Mozambico. Tutto lascia pensare a un attacco fatale di epilessia, di cui soffriva da anni. Pare che sia stato il suo assistente a trovarlo sul proprio letto ormai privo di vita
10 Marzo 2023
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti

Tutti gli organi di informazione del Mozambico, soprattutto quelli privati e le reti sociali locali sono stati inondati da questa notizia, che sancisce la fine di Azagaia, il più importante rapper non soltanto del Mozambico, ma di tutta l’Africa lusofona.

Nonostante la giovane età, infatti, Azagaia (in portoghese freccia, giavellotto) rappresentava un vero e proprio mito per le giovani generazioni mozambicane, e la sua notorietà si era estesa a tutta l’Africa lusofona e oltre.

Poche settimane fa il sociologo portoghese Boaventura de Sousa Santos ne aveva intessuto le lodi, affermando che la sua critica sociale e politica era penetrata laddove nessun scienziato sociale era riuscito ad arrivare.

Anche il sociologo della Guinea-Bissau, Miguel de Barros, si è immediatamente associato al cordoglio di tutti gli africani amanti dell’hip-hop impegnato socialmente e politicamente. In un suo post su Instagram de Barros ha affermato che Azagaia “ha fatto della musica lo strumento e il mezzo per la lotta per l’uguaglianza, la giustizia e la trasformazione sociale”.

Azagaia era noto per le sue posizioni anti-governative, per le denunce rispetto alla vita miserabile condotta dalla maggioranza del popolo mozambicano, a fronte del lusso in cui vivono le classi dirigenti.

Più volte minacciato da agenti del regime, e anche fermato in alcune circostanze dalla polizia, Azagaia aveva debellato una terribile malattia qualche anno fa, un cancro alla testa che era riuscito a sconfiggere operandosi in un centro specializzato dell’India, nel 2014.

Per consentire questa difficile chirurgia, Azagaia aveva lanciato un appello ai suoi fans di raccolta fondi. La risposta fu così massiccia, da permettendogli di racimolare il necessario per affrontare tutte le spese di viaggio e ospedaliere. La sua tragica e prematura fine lo farà assurgere ancora di più a un eroe del Mozambico e di tutto l’hip-hop africano. 

I suoi successi più famosi sono legati alla sua carriera di solista, che inizia nel 2007, dopo una lunga collaborazione con altri interpreti del rap mozambicano, che avevano formato il gruppo Dinastia Bantu, una delle prime espressioni di un hip-hop maturo di questo paese. Nel 2007, appunto, Azagaia pubblicò il suo primo album, Babalaze, fra i cui brani spicca As mentiras da verdade, in aperta polemica col governo del Frelimo, e A Marcha.

Dopo i due ironici ma non meno polemici Obrigado Pai Natal, del 2007, e Obrigado de novo Pai Natal del 2008, Azagaia lanciò il pezzo forse di maggiore impatto della sua breve ma intensa carriera musicale.

All’indomani di violente manifestazioni di piazza che si svolsero a Maputo il 5 febbraio del 2008, Azagaia pubblicò Povo no Poder, sfidando apertamente un regime poco disposto al dialogo, capeggiato da Armando Emílio Guebuza. Fatto che gli valse una convocazione presso la procura generale della Repubblica, sospetto di attentare contro la sicurezza dello stato.

Nel 2009, su ispirazione di quanto stava accadendo nel vicino Zimbabwe, Azagaia pubblicò Combatentes de fortuna, a oggi il videoclip più visto nella storia del Mozambico.

Dopo altri successi, e dopo fermi di polizia a causa dell’uso di mariuana, Azagaia annunciò, nel 2014, il ritiro dalle scene, temendo per la propria vita. Nel 2016, tuttavia, si ripresentò su uno dei principali palchi della capitale mozambicana per un nuovo show, ricominciando anche a scrivere pezzi polemici, come, nel 2017, No ano da fome.

Gli attivisti sociali mozambicani più vicini ad Azagaia hanno riesumato un vecchio post di questo popolare rapper, risalente al 2014, che metteva in guardia i suoi fans da una sua morte apparentemente non sospetta, e che sta in queste ore alimentando dubbi rispetto alla precoce scomparsa dell’artista.

Queste le parole di Azagaia rispetto a una sua possibile morte “naturale”: “Giovani mozambicani, se dovessi perdere la vita vi saranno molte prove che si è trattato di epilessia o di qualunque altra cosa che induca tutti a pensare che nessuno abbia avuto colpe rispetto alla mia morte, o che si sia trattato di un incidente naturale e giustificabile.

Ciò può acccadere in Mozambico o in un altro paese che io stia visitando. Se uno di questi scenari dovesse succedere, vi chiedo una cosa molto semplice. Non piangete. Fate semplicemente quello che abbiamo concordato! Potere al popolo!” (Azagaia, 18/06/2014).

 

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