In Burkina Faso il primo impianto per il recupero di residui minerari
Burkina Faso Economia Tecnologia
Il paese punta a diventare un hub regionale per il trattamento degli scarti minerari
In Burkina Faso il primo impianto per il recupero di residui minerari
È stato inaugurato il 23 gennaio nella zona industriale di Kossodo, periferia est di Ouagadougou. Il macchinario consentirà di lavorare in loco gli scarti derivati dalle attività estrattive nelle miniere d’oro
12 Febbraio 2024
Articolo di Rocco Bellantone
Tempo di lettura 2 minuti

Lo scorso 23 gennaio in Burkina Faso è stato inaugurato il primo impianto del paese per il recupero e il riciclo di residui minerari. All’inaugurazione era presente Ibrahim Traoré, il presidente ad interim a capo della giunta militare al potere dal settembre 2022.

Nel presentare il macchinario Traoré ha elogiato «l’ingegnosità» di questa «rivoluzione», in linea con l’intenzione proclamata dal suo insediamento di restaurare la sovranità del popolo burkinabé e permettere al governo di riprendere il controllo delle risorse del paese.

«Queste macchine sono state interamente costruite qui – ha dichiarato Traoré – Siamo il secondo paese africano a sviluppare questa tecnologia». Il presidente ha inoltre invitato i paesi africani a «portare in Burkina Faso i propri residui minerari perché ora abbiamo la tecnologia per trattarli».

L’impianto si trova nella zona industriale di Kossodo, distretto situato nella periferia est della capitale Ouagadougou. Joachim Marie Emmanuel Tapsoba, amministratore delegato di Golden Hand, la società che lo gestisce, ha spiegato che il macchinario lavorerà i metalli contenuti negli scarti derivati dalle attività estrattive nelle miniere d’oro.

Sulla carta, questo upgrade tecnologico consentirà al Burkina Faso di avere il controllo totale dei residui minerari recuperati dalle proprie miniere, che finora venivano mandati all’estero per essere riciclati e reimmessi sotto altra forma sul mercato.

Secondo i dati ufficiali forniti dal governo la produzione d’oro, che contribuisce per circa il 14% alle entrate del paese, è diminuita del 13,7% nel 2022 rispetto al 2021, passando da 66,8 a 57,6 tonnellate estratte.

Pochi mesi dopo il golpe del settembre 2022 la giunta militare ha puntato subito a prendere il controllo del settore.

Prima ha ordinato la costruzione di una raffineria d’oro, con una capacità di produzione annua di 150 tonnellate di oro puro al 99,99%, pari a circa 400 chilogrammi al giorno. Poi, nel febbraio 2023, ha requisito 200 chilogrammi di oro a una filiale del gruppo canadese Endeavour Mining.

Queste mosse sinora non hanno migliorato particolarmente la situazione delle casse governative. Traoré sembra però determinato a insistere sulla propaganda della sovranità energetica. E spera, con questo nuovo impianto, di attirare l’interesse di altri stati africani. 

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