Un (controverso) appalto sull'energia avvicina Sudafrica e Russia
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Un'inchiesta svela i retroscena di una gara che la società statale Petro SA vorrebbe assegnare a Gazprombank, banca sanzionata dalla comunità internazionale
Un (controverso) appalto sull’energia avvicina Sudafrica e Russia
I cronisti del centro di giornalismo amaBhungane hanno ricostruito la vicenda. In ballo ci sono circa 200 milioni di dollari, ma anche delicati equilibri geopolitici. Il contesto è segnato dalle accuse di sostenere la Russia rivolte a Pretoria
23 Novembre 2023
Articolo di Brando Ricci
Tempo di lettura 4 minuti

Sudafrica e Russia sarebbero pronti a cooperare in modo sempre più stretto, anche nel contesto della crisi energetica che attanaglia il paese africano da anni. Nonostante un processo controverso infatti, la società statale Petroleum Oil and Gas Corporation of South Africa (Petro SA) potrebbe assegnare alla banca russa Gazprombank un appalto multimilionario per la ristrutturazione di un impianto di produzione di diesel e benzina.

L’istituto russo è collegato al governo ed è sottoposto a sanzioni nell’ambito del conflitto in corso in Ucraina. Il possibile avvicinamento a Mosca potrebbe attirare ancora più diffidenza verso Pretoria, già accusata in più occasioni di sostenere la Russia.

A svelare la vicenda è il centro di giornalismo investigativo sudafricano amaBhungane, una squadra di cronisti nata nel 2010 che lavora senza scopi di lucro.

L’inchiesta

Al centro dell’indagine c’è una gara d’appalto da 3,7 miliardi di rand, circa 200 milioni di dollari, lanciata da Petro SA per il finanziamento della ristrutturazione dell’impianto GTL di Mossel Bay, nella provincia del Capo Occidentale. Il GTL, dall’inglese gas to liquid, è un sistema di produzione di benzina sintetica e diesel realizzato a partire dalla raffinazione del gas naturale. La struttura, con un potenziale di 46mila barili al giorno, è stata costruita nel 1989 ed è ferma dal 2020 per mancanza di materie prime.

Il diesel è fondamentale per alimentare i generatori autonomi che illuminano il Sudafrica quando la rete elettrica nazionale viene meno. A causa di una colossale crisi strutturale infatti, la società statale Eskom impone quotidiani razionamenti di energia. Solo quest’anno i sudafricani hanno trascorso fine a 12 ore senza corrente elettrica per oltre 280 giorni.

Secondo quanto ricostruito da amaBhungane, Petro SA sarebbe determinata ad assegnare la gara alla filiale locale di Gazprombank, una società privata ma fondata dalla compagnia statale Gazprom, in quanto unico ente a soddisfare tutti i requisiti richiesti nel processo di assegnazione. Quest’ultimo però, sarebbe stato segnato da una serie di stranezze e di apparenti irregolarità. Gazprombank inoltre è attualmente sotto sanzioni statunitensi, britanniche ed europee nel contesto delle ritorsioni contro l’intervento militare russo in Ucraina, lanciato nel febbraio 2022.

Entrando più nel dettaglio, i giornalisti sudafricani hanno mostrato come la banca russa abbia presentato domanda di partecipazione alla gara ancor prima che Petro SA formalizzasse la richiesta di proposte. A Gazprombank non è stato chiesto di ripresentare i documenti una volta annunciata formalmente la gara perché i criteri della società corrispondevano all’80% con quelli ritenuti indispensabili da Petro SA.

Questa stessa quota è stata scelta poi come soglia per l’assegnazione della gara. Questa decisione ha portato all’esclusione delle altre 19 società che si erano proposte, tutte con punteggi inferiori.

I rischi di fare affari con Mosca 

Gli organismi interni di Petro SA preposti a valutare le candidature hanno inoltre espresso delle preoccupazioni sulla partecipazione di Gazprombank alla luce delle sanzioni a cui è sottoposta e hanno proposto negoziazioni con altri attori. Il consiglio di amminstrazione di Petro SA si è però opposto, affidandosi a due pareri legali. Entrambi si sono rivelati a favore della posizione del board ma allo stesso tempo hanno suggerito di rifare la gara di appalto e di valutare i potenziali rischi sul piano geopolitico e della reputazione che possono derivare da accordi con enti di Mosca.

Avvertimenti in cui riecheggia il parere della banca centrale sudafricana, che già a maggio aveva messo in guardia sulle conseguenze derivanti dal fare affari con imprese di base in Russia.

Sollecitata da amaBhungane, per adesso Petro SA ha fatto sapere di «essere attualmente impegnata in un confronto con gli stakeholder e con varie strutture di governance» e di «non potere pertanto commentare la questione». Fonti anonime vicine ai fatti hanno riferito ai cronisti sudafricani che Petro SA potrebbe presentare al governo la richiesta di assegnazione a Gazprombank entro la fine del mese in corso.

I rapporti con la Russia 

La vicenda avviene in un contesto geopolitico complesso. A febbraio, in occasione del primo anniversario dell’invasione russa dell’oriente ucraino, il Sudafrica, che si auto dichiara neutrale rispetto al conflitto in Ucraina, ha attirato delle critiche per aver condotto con Russia e Cina una dieci giorni di esercitazioni militari congiunte a largo delle sue coste.

A maggio l’ambasciata USA ha accusato il Sudafrica di aver segretamente inviato armi e munizioni in Russia. Giorni dopo i vertici militari russi e sudafricani si sono incontrati a Mosca.

Le posizioni di Pretoria sono lontane da quelle di USA e Europa anche su altre agende. In settimana il parlamento sudafricano ha approvato una mozione non vincolante a favore della chiusura dell’ambasciata del paese in Israele e della sospensione dei rapporti diplomatici con Tel Aviv nel contesto della guerra a Gaza. USA e UE sostengono fermamente Tel Aviv.

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