Egitto: chi è il generale Osama Askar - Nigrizia
Egitto Politica e Società
Perché il presidente "teme" il capo delle forze armate
Egitto: chi è il generale Osama Askar
Attuale capo di stato maggiore dell’esercito, al pari di al-Sisi si è rivelato negli ultimi dieci anni un uomo buono per tutte le stagioni. Cosa gli riserverà il presidente dopo le elezioni di dicembre?
22 Novembre 2023
Articolo di Rocco Bellantone
Tempo di lettura 5 minuti
Il presidente al-Sisi e, alla sua sinistra, il generale Osama Askar

Da ex generale golpista, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi sa bene che le minacce più serie al suo potere possono arrivare da chi gli sta più vicino, e dunque dagli ambienti militari. Al-Sisi marcia spedito verso la riconferma alle elezioni presidenziali che si terranno dal 10 al 12 dicembre.

In assenza di candidati credibili, l’unico interrogativo da porsi non è dunque se il presidente verrà rieletto ma quali saranno le sue prossime mosse per tenere a bada le ambizioni di chi gli sta a fianco.

Un nome che negli ultimi mesi è circolato con particolare insistenza in riferimento a presunte frizioni con il presidente è stato quello del generale Osama Askar, come riferito da Africa Intelligence. Capo di stato maggiore, Askar è una figura molto influente tanto ai vertici delle forze armate quanto in quella cerchia di businessman in affari con l’esercito e il ministero della difesa. 

La carriera militare

Al pari di al-Sisi, Askar ha dimostrato di essere negli ultimi dieci anni un uomo “buono per tutte le stagioni”. Classe 1957, originario del governatorato di Dakahlia, si laurea all’Accademia militare del Cairo nel 1976 specializzandosi poi all’Accademia militare superiore Nasser. Per un periodo la sua carriera militare e quella di al-Sisi proseguono in parallelo.

Con l’elezione dell’esponente dei Fratelli Musulmani Mohammed Morsi a presidente, il maresciallo Mohamed Hussein Tantawi, ministro della difesa dal 1991 al 2012, viene costretto a un passo indietro. A prendere il suo posto è proprio al-Sisi.

Nell’agosto dello stesso anno Askar viene nominato comandante della Terza Divisione con sede a Suez. Il mese successivo entra a far parte dello SCAF, il potente Consiglio supremo delle forze armate.

Da allora dei diciotto membri del Consiglio solo due rimarranno al loro posto negli anni a seguire: Askar, per l’appunto, e l’attuale viceministro della difesa delegato agli affari legali e costituzionali Mamdouh Shahin.

Nel 2019 Askar, forte del sostegno dell’ex ministro della difesa Tantawi, diventa capo dell’Autorità per le operazioni militari, la più grande componente delle forze armate egiziane. Proprio nel 2019 si registrano in Egitto le manifestazioni anti-governative più estese da quando al-Sisi ha assunto il potere.

Il presidente finisce per la prima volta nel mirino incrociato delle critiche non solo delle classi meno abbienti del Paese ma anche di quella imprenditoriale, fiaccata dalla perdurante crisi economica. Askar resta dietro le quinte in attesa di una nuova promozione.

Osama Askar (a destra) con il suo omologo del Qatar, Salem bin Hamad al-Nabit, alla prima riunione del comitato militare egiziano-qatarino al Cairo (marzo 2023)

Gli affari con gli imprenditori

Nel frattempo il generale fa incetta di altri incarichi e contatti. All’inizio del 2015 è capo del Comando unificato dell’area est del Canale di Suez. Qui, nel 2016, prende parte alle trattative tra esercito e investitori privati per la costruzione di un aeroporto turistico nella località balneare di Ras Sedr, sul Mar Rosso, nel governatorato del Sinai del Sud.

E sempre qui gestisce in prima persona il progetto dell’Università King Salman a El-Tor, in collaborazione con il colosso egiziano delle costruzioni SIAC e l’Autorità di ingegneria delle forze armate, responsabile di numerosi progetti infrastrutturali in tutto il Paese.

A capo dell’Autorità c’è il generale Ahmed al-Azazy, peso massimo dell’impero economico dell’esercito.

La nomina a capo di stato maggiore

Nell’ottobre del 2021 arriva l’attesa nomina a capo di stato maggiore. C’è un aspetto particolare da notare che anticipa questa nomina. Poco prima al-Sisi aveva infatti ridotto la durata del mandato per questo incarico da quattro a due anni, formalmente per favorire una turnazione ai vertici della sicurezza e dell’intelligence.

Per alcuni, però, dietro questa mossa ci sarebbe stato il timore di al-Sisi di lasciare per troppo tempo a capo delle forze armate una figura ben vista sia dall’establishment militare che da quello economico, capace di un’ascesa inarrestabile quasi pari alla sua, insomma un alter ego scomodo.

Da quando è stato nominato capo di stato maggiore Askar non ha perso tempo, creandosi una propria rete di contatti di alto livello anche all’estero. Poco dopo la sua nomina, ha avuto una serie di incontri con i suoi omologhi algerini, qatarioti e sauditi, arrivati al Cairo per la seconda edizione della fiera delle armi “Edex”.

Nel maggio di quest’anno ha incontrato il suo omologo indiano Manoj Pande. Mentre alla fine del luglio scorso, sempre al Cairo, ha incontrato il generale Michael Kurilla, capo del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) con cui ha messo a punto i preparativi per l’esercitazione militare “Bright Star 2023” che si sarebbe tenuta in Egitto nel mese successivo con la partecipazione di una trentina di Paesi e più di 7mila soldati.

Questa esercitazione ha rappresentato un momento di distensione nei rapporti diplomatici tra Stati Uniti ed Egitto, tornati ad agitarsi dal momento in cui il presidente Biden ha ridotto gli aiuti militari annuali stanziati dell’Egitto a 1,47 miliardi di dollari, cifra che comunque rimane la quarta più alta accordata a Paesi stranieri dagli USA dopo Afghanistan, Israele e Giordania.

Le ultime immagini rese pubbliche ritraggono Askar assistere, il 4 novembre, a un’esercitazione congiunta di formazioni della seconda divisione e di reparti delle forze speciali. Dopo le elezioni di dicembre sarà interessante capire cosa riserverà per il suo futuro al-Sisi.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it