Etiopia: si intensificano i combattimenti in Tigray - Nigrizia
Armi, Conflitti e Terrorismo Etiopia
Offensiva dell’esercito etiopico affiancato da soldati eritrei
Etiopia: si intensificano i combattimenti in Tigray
02 Settembre 2022
Articolo di Redazione
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Il primo ministro etiopico Abyi Ahmed

Dopo cinque mesi di ‘cessate il fuoco umanitario’, sono ripresi il 24 agosto nel nord Etiopia gli scontri tra l’Esercito federale e le Forze di difesa del Tigray (Tdf). Le due parti ancora una volta si accusano reciprocamente di essere responsabili per il riaccendersi del conflitto.

Sono così andati all’aria i vari tentativi di portare al tavolo delle trattative le due parti per facilitare in tal modo tra l’altro l’accesso di aiuti umanitari e cibo indispensabili per evitare una nuova catastrofe umanitaria tra milioni di persone già ridotte alla fame.

Getachew Reda, portavoce del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf), ha dichiarato che forze etiopiche ed eritree hanno lanciato la nuova offensiva ad Adayabo, nel nord della regione. Il governo, dal canto suo, ha accusato i tigrini di avere nuovamente invaso le regioni di Amhara e Afar, sui confini sud est del Tigray, costringendo alla fuga migliaia di persone.

Il primo ministro Abiy Ahmed ha inoltre dichiarato il 31 agosto che il Tplf aveva invaso le località di Wag, Wolqait e l’area sui confini occidentali con il Sudan, occupati finora dalle milizie amhara, alleate con Addis Abeba.

Il contestato territorio lungo il confine sudanese, in mano ai militari amhara, chiude alle forze tigrine la possibilità di far entrare nella regione materiali, armi e aiuti umanitari, ma è considerato dai tigrini parte integrante del loro stato. Essendo l’accesso alle aree di conflitto tuttora inaccessibili è impossibile una verifica e una conferma sugli eventi.

Nel frattempo erano stati denunciati a partire dal 30 agosto nuovi bombardamenti di droni su Macallè, la capitale tigrina, in prossimità dell’ospedale, secondo quanto dichiarato da Kibrom Gebreselassie, direttore clinico dell’Aider Referral Hospital, che ha accolto nell’ospedale numerosi feriti in seguito ai bombardamenti.     

 

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