Kenya: talai e kipsigis contro il governo britannico - Nigrizia
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Le due comunità chiedono compensazioni per le violazioni subite nell’era coloniale
Kenya: talai e kipsigis contro il governo britannico
24 Agosto 2022
Articolo di Redazione
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Lavoratori delle piantagioni di tè nella regione di Kericho (Credit: Ed Roberts, CC BY-SA 3.0)

Un gruppo di kenyani delle comunità talai e kipsigis ha intentato una causa contro il governo britannico presso la Corte europea dei diritti dell’uomo. Denunciano i colonialisti britannici per il furto della loro terra, torture e maltrattamenti iniziati nel 1902 e finiti nel 1962, un anno prima dell’indipendenza. Chiedono che sia aperta un’indagine e che si arrivi al pagamento di un risarcimento di 200 miliardi di dollari e pubbliche scuse.

I crimini denunciati sono stati commessi nella fertile regione di Kericho, nella Rift Valley, nel Kenya occidentale, oggi una delle più importanti al mondo per la produzione di tè. La terra ancestrale sottratta alle comunità è infatti tutt’ora in mano alle multinazionali. “Oggi, alcune compagnie di tè più prospere del mondo, come Unilever, Williamson Tea, Finlay’s e Lipton, coltivano queste terre e le usano per generare profitti considerevoli”, affermano i querelanti in una nota.

Ad avvallare le denunce sono anche le Nazioni Unite. In un rapporto dello scorso anno, sei relatori speciali dell’Onu sostengono che più di mezzo milione di kenyani dell’area di Kericho hanno subito gravi violazioni dei diritti umani, uccisioni illegali, stupri, trattamenti disumani e degradanti e sfollamenti forzati in zone inospitali del paese, durante il dominio coloniale britannico. Violenze che hanno causato più di 115mila vittime.

Le Nazioni Unite avevano quindi scritto al governo di Londra chiedendo scuse pubbliche e riparazioni. In risposta, il Regno Unito ha affermato di aver già emesso scuse pubbliche nel 2013, in occasione di un accordo di risarcimento multimilionario per le violente repressioni della resistenza mau mau, dal 1952 al 1963.

Un’ammissione che rafforza la denuncia odierna delle comunità locali, e in particolare dei talai, anche loro attivi combattenti contro i colonialisti. Proprio questa comunità, nel maggio scorso, ha inviato una lettera al principe William, firmata da oltre 100mila persone, chiedendo scuse e il sostegno per le riparazioni.

Un mese dopo un gruppo di 14 parlamentari britannici aveva presentato una mozione in cui si chiede il riconoscimento e la condanna “delle violazioni dei diritti umani subite dal popolo talai e kipsigis del Kenya” e che si riconosca che “i crimini perpetrati contro i talai e i kipsigis sono completamente separati da quelli commessi contro i mau mau”.

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