Mal di Libia. I miei giorni sul fronte del Mediterraneo - Nigrizia
Libia Libri Migrazioni
Nancy Porsia
Mal di Libia. I miei giorni sul fronte del Mediterraneo
Bompiani, 2023, pp. 290, € 18,00
23 Luglio 2023
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 3 minuti

È il 4 novembre del 2011 quando Nancy Porsia arriva in Libia, a Tripoli.

Il colonello Gheddafi è stato catturato e ammazzato da due settimane e le sembra – lo scrive lei stessa – di aver mancato un appuntamento importante con la Storia.

Ma la Storia torna e prosegue, anche se diversa, soprattutto per chi ha la pazienza di aspettare. Di saper raccontare, indagare, leggere tra i fatti e nei racconti dei testimoni che incontra, che l’accompagnano e, fidandosi, svelano.

E così Mal di Libia diventa un libro necessario per comprendere cosa sia accaduto in questi 12 anni dalla morte di Gheddafi, di cui la giornalista racconta molto, non fermandosi esclusivamente alla cronaca dei fatti, ma andando a scovare modalità che si rincorrono, come i nomi dei protagonisti di una nuova Libia che nuova finisce per non essere, tra trame e colpi di stato, tra interessi e aspirazioni soffocate di democrazia.

Illuminanti i capitoli dedicati al lavoro sporco dei respingimenti e all’incontro con un muharrib, il contrabbandiere che, definendosi service provider, svela cosa c’è dietro il traffico in cui è coinvolto un intero sistema: chi anticipa i soldi, chi vende/compra la barca, chi si lascia pagare perché la partenza avvenga, chi mette insieme le persone, i vari passaparola che finiscono per definire l’equipaggio.

Un meccanismo rodato, tenuto insieme da quei governi che rinnegano i diritti sanciti in quelle convenzioni internazionali che hanno firmato per definirsi democratici, diritti che violano pagando paesi terzi che sono disposti a fare il lavoro sporco dell’esternalizzazione delle frontiere di una Europa che si vuole fortezza.

E tutto era scritto: dopo che l’Unione europea stringe, nel 2016, l’accordo con la Turchia, per deportare le persone migranti che attraversano l’Egeo, i libici sanno che prima o poi spetterà anche a loro entrare nel business della gestione dei traffici, è solo questione di tempo.

E il tempo arriva nel 2017 con il Memorandum voluto dai ministri italiani Minniti/Orlando.

In questo diario-inchiesta, dove la narrazione giornalistica si alterna a momenti intimi di autocoscienza, emerge la coerenza e determinazione di Nancy Porsia, l’unica italiana rimasta in Libia post primavera araba.

Una determinazione che arriva da lontano, dalla sua storia famigliare che la porta ad andare contro ai “no” non motivati, per abbracciare un attivismo di denuncia politica e infine professionale.

Ma la denuncia porta rogne, come l’essere l’unica giornalista italiana intercettata durante un’indagine su presunte connivenze tra ong che salvano vite e trafficanti.

Viene intercettata, guarda caso, colei che per prima scrisse di Abd al Rahman Milad, ufficiale della Guardia costiera libica noto come “Bija”, accusato di traffico di esseri umani, carburante e crimini contro i migranti.

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