Mali: 500 civili uccisi negli scontri tra militanti Azawad e jihadisti
Mali Niger
L’Europa “ricalibra” la missione nel paese
Mali: 500 civili uccisi negli scontri tra militanti Azawad e jihadisti
29 Marzo 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Almeno 500 civili sono stati uccisi nel corso dei feroci combattimenti in corso da giorni al confine tra Mali e Niger. La notizia è che a essere coinvolto contro i jihadisti dello Stato islamico nel Grande Sahara (Eigs) non è l’esercito, ma i combattenti dell’Azawad. In particolare gli appartenenti al Quadro strategico permanente (Csp), che riunisce i gruppi firmatari dell’accordo di pace del 2015 in Mali.

Lo riferiscono fonti di stampa locali concordanti. Gli scontri sono in corso nella regione di Gao, nel nordest del Mali, e si sono intensificati dal 24 marzo, quando membri i dell’Eigs hanno attaccato un convoglio della Missione dell’Onu in Mali (Minusma) diretto a Tessit.

Ma sono almeno tre settimane che gli scontri si stanno moltiplicando tra gli ex ribelli tuareg firmatari dell’Accordo di Algeri e i gruppi jihadisti.

A innescare la scintilla è stato l’assassinio di un ufficiale del Movimento per la salvezza dell’Azawad (Msa) lo scorso 1 marzo. Da allora i combattimenti si sono moltiplicati estendendosi alle località di Tamalat, Inchinane, Anderamboukane e Talatai.

Secondo diverse fonti locali citate da Rfi le forze armate maliane sono rimaste per il momento confinate nella loro base a Menaka e non hanno preso parte ai combattimenti.

Militanti dell’Eigs sono segnalati anche dall’altra parte del confine, in Niger, a 85 chilometri a ovest di Tahoua, dove centinaia di militari delle forze speciali di Niamey sono stati schierati e operano con il sostegno aereo francese.

“Ricalibrate” le missioni Ue

Nel frattempo Josep Borrell, il capo della diplomazia europea, ha dichiarato ieri che saranno «ricalibrate» le missioni di addestramento dell’Ue in Mali, perché la giunta militare che guida il paese non ha fornito le garanzie necessarie per assicurare il proseguimento delle missioni.

«Abbiamo appena ricevuto la risposta della giunta maliana alle nostre richieste per il proseguimento delle missioni di addestramento e non abbiamo le garanzie necessarie per proseguire», ha dichiarato Borrell durante un’audizione al Parlamento europeo. «Non ritireremo i nostri soldati perché per questo è necessaria l’unanimità degli stati membri dell’Ue e non ce l’abbiamo», ha precisato. «Ma proporrò di ricalibrare le attività operative nelle aree più sensibili. Un ridimensionamento delle missioni è inevitabile ed è necessaria la sospensione di alcune attività», ha avvertito.

Ai comandanti delle missioni dell’Ue è già stato ordinato di interrompere alcuni addestramenti. Una prima discussione è prevista per oggi a livello di ambasciatori degli stati dell’Ue ma le decisioni saranno prese in una riunione dei ministri degli esteri ad aprile, ha aggiunto Borrell.

Il problema principale è la presenza di mercenari del gruppo russo Wagner, giunti in Mali su invito della giunta. Presenza che ha indotto Parigi a ritirare le proprie truppe dal paese

Bruxelles ha impegnato diverse centinaia di soldati ed esperti in due missioni di addestramento in Mali: Eutm per le forze armate ed Eucap Sahel-Mali per la polizia.

Il mandato dell’Eucap, approvato nel 2015, è stato prorogato fino al 31 gennaio 2023.

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