Migranti più irregolari, collassano le commissioni - Nigrizia
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Effetti decreto Cutro: persone per strada per espulsioni facili, sciopero dei funzionari ministeriali
Migranti più irregolari, collassano le commissioni
Il fallimento dei decreti sull’immigrazione è sotto gli occhi di tutti, non solo delle magistrature. Le espulsioni per chi arriva da “paesi sicuri” aumenta il numero delle persone irregolari per strada. Le commissioni territoriali che dovrebbero vagliare le domande d’asilo non riescono a stare al passo. La Diaconia valdese chiede al governo di rivedere le leggi
17 Ottobre 2023
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 4 minuti
Migranti sbarcati a Lampedusa

Come da pronostico. Il “decreto Cutro” si sta rivelando per quello che nella realtà è: uno spot propagandistico capace di incrementare il numero di migranti irregolari e di intasare le commissioni d’asilo.

Le espulsioni facili delle persone che arrivano da paesi cosiddetti sicuri mettono per strada migranti cui non è dato il tempo per dimostrare di aver diritto a rimanere. Le commissioni territoriali che dovrebbero smaltire, nelle famose quattro settimane, chi fa domanda, sono ancora impelagate a dar risposta alle richieste arrivate un anno fa.

Così accade che le realtà del territorio iniziano a denunciare le situazioni che si vanno a creare, e i funzionari del ministero dell’interno che compongono le commissioni territoriali scioperano nazionalmente per la prima volta il prossimo 9 novembre a Roma, in piazza Santi Apostoli.

La goccia che ha fatto traboccare un vaso che già era colmo – come hanno mostrato le sentenze della giudice Iolanda Apostolico e Rosario Cupri a Catania, di Filippo Palumbo a Potenza e il provvedimento a Firenze di Luca Minniti – è caduta dopo lo sbarco della Geo Barents a Salerno, lo scorso 9 ottobre.

Delle 258 persone giunte finalmente sulla terra ferma dopo giorni di navigazione, 60, provenienti da Egitto, Bangladesh e Siria, hanno ricevuto in poche ore il decreto di espulsione.

Le prime due nazionalità nonostante non arrivino da “paese considerato sicuro”; le siriane perché si sono opposte alla presentazione della richiesta d’asilo, non volendo rimanere in Italia a causa del trattato di Dublino.

Risultato: a poche ore dallo sbarco già erano finite per strada. È questa la rapidità richiesta.

I Centri di accoglienza straordinaria sono stracolmi, per cui la soluzione è il foglio di espulsione e stop. A denunciarlo il direttore dell’ufficio Migrantes della diocesi salernitana, Antonio Bonifacio.

Rimpatri ridicoli e domande inevase

Che il vaso fosse già colmo e che non potesse reggere l’accelerata richiesta dal governo Meloni su espulsioni e rimpatri era evidente dai numeri che riguardano le richieste d’asilo presentate in Italia e le cifre ridicole dei rimpatri effettuati dal nostro paese.

L’Italia nel secondo trimestre del 2023, secondo i dati Eurostat, ha effettuato 735 rimpatri. A fronte di oltre 130mila persone sbarcate sul territorio. La Germania, paese che ha attuato più rimpatri in Europa, 2.700.

Ma, tornando alle richieste d’asilo, lo sguardo deve focalizzarsi sul numero delle persone che lavorano nelle commissioni territoriali. In tutta Italia sono appena 200 i funzionari del ministero dell’interno chiamati a occuparsi delle domande.

200 persone per 85mila richieste d’asilo. È infatti questo il numero delle domande presentate lo scorso anno, 58mila quelle esaminate, che riguardavano nella realtà richieste vecchie di due anni.

Ci sarebbe infatti un arretrato di oltre 51mila pratiche da smaltire, cui si devono aggiungere quelle dei cosiddetti dublinanti, le persone migranti rimandate indietro da altri paesi per aver fatto ingresso in Europa dall’Italia.

Così, mentre sulla Gazzetta Ufficiale si pubblica la proroga, richiesta dal ministero dell’interno, dello stato di emergenza dovuto all’incremento dei flussi delle persone migranti che sbarcano dal Mediterraneo – un atto dovuto per “i complessi scenari geo-politici, unitamente alle condizioni meteomarine favorevoli, stanno determinando arrivi multipli, consistenti e ravvicinati di migranti, con conseguente sovraffollamento degli hotspot, in particolare quello di Lampedusa, da cui deriva la necessità di ricorrere a urgenti e massicci trasferimenti dei migranti sulla terraferma” -, la Diaconia valdese con la sua commissione sinodale pubblica un appello in cui chiede di ritirare i decreti legge sui migranti.

Un documento in cui si denuncia “l’uso strumentale di questo tema, utilizzato per distrarre dall’incapacità di governare fenomeni complessi e per nascondere l’arretramento economico e sociale del sistema paese”.

Una distrazione mediatica finalizzata a non focalizzarsi sulla realtà, mancando così di dare una risposta strutturata e cercando di governare il tema “con la forza, con la coercizione, con la prigione, con la galera, con il blocco navale, con le espulsioni”.

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