Mozambico: fumata nera dal Frelimo per il candidato alla presidenza
Mozambico Politica e Società
La riunione del Comitato centrale dei giorni scorsi non ha portato a un nome e alle elezioni mancano cinque mesi
Mozambico: fumata nera dal Frelimo per il candidato alla presidenza
I veterani del partito chiedono che si faccia in fretta. Si è fatto avanti Samora Machel Jr, inviso al presidente Nyusi
08 Aprile 2024
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
Il Comitato central che si è riunito il 5 e 6 aprile. Foto dall'Agência de Informação de Moçambique

Non era mai accaduto, nella storia del Mozambico, che i due principali partiti, Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico) e Renamo (Resistenza Nazionale del Mozambico) non avessero ancora presentato i loro candidati per le elezioni presidenziali ad appena sei mesi dal loro svolgimento. Se la Renamo risulta avviluppata in un pre-congresso che, per essere convocato, ci sono volute le carte bollate su iniziativa del deputato di Maputo, Venâncio Mondlane, con tanto di sentenze del tribunale della capitale, nel caso del Frelimo la situazione è ancora più complessa.

I timori di Nyusi

Filipe Nyusi, attuale presidente della repubblica, è a fine del suo doppio mandato (limite previsto dalla Costituzione), iniziato con la vittoria elettorale del 2014, confermata poi nel 2019. Nyusi, però, non vorrebbe lasciare la presidenza, come ormai abituale nella maggior parte dei paesi africani. Tuttavia, la questione della sua permanenza non è mai stata posta ufficialmente all’ordine del giorno né all’interno del Frelimo, né nei confronti dell’opinione pubblica nazionale.

Vi sono stati tentativi (e forse questo escamotage potrà essere utilizzato anche nei prossimi mesi) di dichiarare lo stato di emergenza a causa della guerra di Cabo Delgado, così come, pochi giorni prima della riunione del Comitato centrale del 5 e 6 aprile scorsi, il presidente della repubblica ha dichiarato che occorrerebbe ripensare il modello elettorale mozambicano nel suo complesso. Troppo costoso sarebbe, secondo Nyusi, il processo elettorale, con le cui risorse si potrebbe finanziare la lotta contro il terrorismo a Cabo Delgado.

Un pronunciamento che, ancora una volta, farebbe sottintendere il tentativo di rallentare il processo elettorale già in preparazione, al fine di prendersi qualche mese (o forse qualche anno) di tempo per mantenersi al potere. Di fronte ai timori per un’uscita di scena che potrebbe preludere a processi per il ruolo avuto nella questione del “debito occulto”, soprattutto adesso che il Tribunale di New York ha fissato la prima udienza con l’ex-ministro delle Finanze, Manuel Chang, per il 29 giugno prossimo, Nyusi prende tempo che, probabilmente, non ha più a sua disposizione.

La vecchia guardia all’attacco

Era stato Óscar Monteiro, intellettuale con origini di Goa, già ministro dell’informazione con Samora Machel, a dare la stura, in occasione della riunione dell’Associazione degli antichi combattenti (ACLLN), legata al Frelimo e alla presenza di Nyusi, al problema di fondo: Monteiro aveva usato la metafora dell’”elefante bianco” presente nella sala, ma che nessuno intendeva vedere. E l’elefante sono le elezioni alla porta, e un partito apparentemente impreparato per affrontarle.

La reazione di Nyusi è stata tutt’altro che positiva, tuttavia la stessa musica è stata suonata alla riunione del Comitato centrale. Qui, soprattutto gli ex-presidenti, Armando Guebuza e Joaquim Chissano, con un enorme peso politico dentro al Frelimo, hanno incalzato Nyusi rispetto alla necessità di un’accelerazione della designazione del candidato presidenziale. La forzatura, però, non è stata risolutiva: Nyusi, infatti, che controlla buona parte del Comitato centrale, non ha potuto negare di aprire la discussione, tuttavia esigendo che la (sua) Commissione politica (equivalente alla segreteria dei partiti italiani) tracciasse un profilo del candidato necessario per affrontare i prossimi anni alla guida del paese, producendo, eventualmente, anche una short-list sulla cui base i delegati dovrebbero votare.

Per adesso, nessuna candidatura

Come di prassi nel Frelimo, è il partito a indicare chi potrà candidarsi per il ruolo di presidente della repubblica. Soltanto un membro del partito, finora, ha manifestato pubblicamente (ma non ancora ufficialmente presso gli organismi preposti) la sua volontà di farlo: Samora Machel Júnior, detto Samito. Figlio del compianto, primo presidente del Mozambico, appunto Samora Machel, Samito non ha mai ricoperto incarichi politici né istituzionali di rilievo, essendosi dedicato agli affari fino a oggi, sostenuto in tutto e per tutto dalla sua matrigna, Graça Machel, vedova prima di Samora e poi di Nelson Mandela, ritenuta una delle donne più influenti al mondo.

Tutto ciò, però, potrebbe non bastare a Samito per vincere la corsa alla candidatura: piuttosto inviso a Nyusi e ai suoi più fedeli accoliti, Samito dovrà vedersela con un candidato vicino all’attuale presidente. I nomi si sprecano, ma, in questo momento, sembra che Basílio Monteiro, ex-ministro dell’Interno e funzionario di polizia di carriera, zambeziano di etnia xuabo, possa essere l’antagonista più accreditato, anche se i nomi di José Pacheco, anche lui ex-ministro dell’Interno e dell’Agricoltura, di Sofala, e Amélia Muendane, attuale presidente dell’Autorità tributaria, di Maputo, non sono affatto da escludere.

I prossimi giorni diranno se Nyusi riuscirà a controllare il processo per la sua successione, o se sarà un suo avversario interno, quale Samito, a spuntarla, aprendo una stagione probabilmente nuova, anche in termini generazionali, per il Frelimo e per il Mozambico.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it