Papa Francesco messaggero di pace in Rd Congo e Sud Sudan
Chiesa e Missione Congo (Rep. dem.) Sud Sudan
Grande attesa a Kinshasa, prima tappa del suo quarto viaggio in Africa
Papa Francesco messaggero di pace in Rd Congo e Sud Sudan
Il pontefice arriva il 31 gennaio nella capitale congolese. La popolazione cattolica spera che i suoi messaggi di pace e di denuncia scuotano i governanti e la comunità internazionale
30 Gennaio 2023
Articolo di Elio Boscaini
Tempo di lettura 4 minuti
Papa Francesco in uno dei suoi viaggi nell'Africa subsahariana

«Cari fratelli e sorelle, dopodomani partirò per un viaggio apostolico nella Repubblica democratica del Congo e nella Repubblica del Sud Sudan. Ringrazio le autorità civili e i vescovi locali per gli inviti e per i preparativi di queste visite, saluto con affetto quelle care popolazioni che mi attendono.

Quelle terre sono provate da lunghi conflitti: la Rd Congo soffre, soprattutto nell’est del paese, per gli scontri armati e per lo sfruttamento; mentre il Sud Sudan, dilaniato da anni di guerra, non vede l’ora che finiscano le continue violenze che costringono tanta gente a vivere sfollata e in condizioni di grande disagio. In Sud Sudan arriverò insieme all’arcivescovo di Canterbury e al Moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia: vivremo così insieme, da fratelli, un pellegrinaggio ecumenico di pace».

Così si è espresso papa Francesco (Nigrizia ha pubblicato da poco una sua intervista nella quale parla anche di questo suo viaggio, ndr) nel dopo Angelus di domenica 29 gennaio.

Domani, 31 gennaio dunque Francesco vola su Kinshasa, prima tappa del suo quarto viaggio africano, e venerdì 3 febbraio a Juba, in Sud Sudan.

A Kinshasa l’attesa si è fatta frenetica. Il papa avrebbe dovuto andarvi lo scorso luglio, ma poi il viaggio era stato riportato per motivi di salute. Non farà invece tappa a Goma, nell’estremo est, per via del conflitto. Con grande delusione delle popolazioni vittime degli attacchi. Francesco però ascolterà a Kinshasa una delegazione di una sessantina di vittime e sfollati e dovrebbe lanciare un appello a finirla con la guerra.

Le attese sono dunque tante in questo paese, la Rd Congo, con i suoi 110 milioni di abitanti di cui più del 40% cattolici. Con 45 milioni di cattolici è il maggiore bacino in Africa, ma si moltiplicano le chiese evangeliche o del rinnovamento.

Un paese ricco in biodiversità e minerali, soprattutto nell’est, il che suscita le cupidigie dei tanti gruppi armati che scorrazzano liberamente, provocando sofferenze senza fine, aumentate ancora negli ultimi giorni, a seguito delle nuove offensive dell’M23, gruppo armato accusato di essere sostenuto dal vicino Rwanda.

«Oltre alle risorse naturali come la foresta, c’è la questione delle energie pulite che richiedono un certo numero di minerali che la Rd Congo ha», dice Henri Muhiya, direttore della Commissione episcopale per le risorse naturali della Conferenza dei vescovi congolesi.

«C’è il cobalto, il rame nel sudest (Katanga), e poi il litio (lo sfruttamento non è ancora iniziato). Più a nord, dove c’è guerra, ecco il coltan, la cassiterite, ma anche le terre rare, là soprattutto dove opera l’M23».

«La gente si chiede – prosegue – “Come pretendere che la Rd Congo fornisca al mondo le sue risorse mentre le popolazioni congolesi muoiono in questi conflitti senza fine?”. Questa è la situazione che il papa troverà qui. Speriamo che il suo messaggio interpelli i governi del mondo».

La visita in Rd Congo avviene a 11 mesi dalle elezioni generali previste per il 20 dicembre. Il papa dirà una parola in favore di una buona organizzazione del voto?

Per il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo della capitale, la visita di Francesco porterà la situazione della Rd Congo nel cuore della comunità internazionale. La Chiesa cattolica, infatti, è molto implicata nei diritti sociali e politici, una lunga tradizione che rimane ben radicata in seno alla Conferenza episcopale.

La Chiesa è però anche cosciente che tutto rimane troppo difficile se la comunità internazionale non si lascia implicare negli “affari” congolesi. Anche se la Chiesa in Congo è vista da molti come “uno stato nello stato”.

È un messaggio di pace e di riconciliazione dunque che i congolesi attendono da Francesco: «Il papa è sempre sensibile a quanto avviene nello spazio dell’Africa centrale, in Rd Congo in particolare» ci tiene a sottolineare mons. Marcel Utembi, presidente dei vescovi congolesi.

«Lui lancia messaggi di compassione e solidarietà, e se necessario denuncia tutti i crimini commessi nella regione. Il papa, pellegrino di pace, denuncerà certamente il male, proclamerà a tutti al dovere della pace, a cessare le violenze, chiamando tutte le parti in causa a sedersi al tavolo del dialogo per trasformarsi in artigiani di pace».

Ma la visita del papa di Roma cambierà veramente qualcosa? Sono in tanti a volersi illudere. La situazione economica, infatti, è molto precaria. C’è chi denuncia con forza che nulla funziona nel paese.

La maggioranza degli abitanti di Kinshasa, i giovani soprattutto, che il papa incontrerà la mattina del 2 febbraio allo stadio dei Martiri, sperano di cuore che il suo messaggio abbia un impatto sui loro governanti.

Si fa fatica a sopravvivere e l’orizzonte non è roseo. Ma anche per i congolesi la speranza è l’ultima a morire.

 

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